Valutazione impatto sociale delle cooperative del CSR: il punto sul progetto. Intervista alle docenti dell’Unibo Giorgia Bonaga e Sabrina Gigli
Qual è l’impatto generato dall’attività delle cooperative associate al CSR-Consorzio Sociale Romagnolo? La domanda è semplice, la risposta importante, ma il percorso per ottenerla, ne’ semplice ne’ immediato. Da alcune settimane ha preso il via il progetto del CSR-Consorzio Sociale Romagnolo che verrà realizzato dall’Università di Bologna, un’attività di monitoraggio che coinvolge le coop associate che si concluderà nel 2024. Con le professoresse Giorgia Bonaga e Sabrina Gigli facciamo il punto sui lavori.
Sabrina Gigli, laurea in Economia, Dottorato di Ricerca in Economia Aziendale, risiede a Reggio Emilia: “La mia principale sede di lavoro è Bologna, presso il Dipartimento di Scienze Aziendali; al contempo svolgo anche attività libero professionale e, per questa, le sedi di lavoro sono: Bologna, Modena e Reggio Emilia. Attualmente, in quanto docente Unibo, ho incarichi didattici in diversi corsi di studio, sia di Lauree Triennali, sia Magistrali, sia Master Universitari ed Executive, sia corsi di Alta Formazione, piuttosto che formazione permanente”. Sul piano professionale, invece, ha incarichi sia da società private (for profit e non) sia da società pubbliche piuttosto che partecipate. Questi incarichi riguardano, in generale il tema della sustainability accounting (il suo profilo è comunque aziendalista di matrice accounting), sia la valutazione d’impatto.
Giorgia Bonaga invece ha realizzato la sua prima valutazione di impatto nel corso del Dottorato in Psicologia Clinica e di Comunità, misurando il cambiamento economico, psicologico e sociale delle donne coinvolte in programmi di Microcredito della Grameen Bank in Bangladesh. “Successivamente ho sviluppato competenze nel campo della valutazione applicata al Terzo Settore. Attualmente insegno questi temi come docente a contratto nel corso di Management dell’Economia Sociale dell’Università di Bologna e offro la mia consulenza a Enti pubblici e privati interessati a formarsi o misurare la loro capacità trasformativa”.
Oltre a voi, qual è il gruppo di lavoro che sta realizzando la VIS-Valutazione d’impatto sociale per il CSR?
Il gruppo di lavoro è composto anche dai Referenti delle organizzazioni associate coinvolte nel progetto. L’intenzione è quella di creare un Nucleo dedicato alla Valutazione di Impatto all’interno del CSR, una sorta di “cabina di regia” che possa svolgere due importanti funzioni: da una parte, coordinare e monitorare l’intero processo valutativo, dall’altra, preservare e consolidare nel tempo le abilità di misurazione acquisite.
Dal vostro punto di vista, quanto è importante realizzare questa Valutazione per il CSR? Questo anche in riferimento alla vostra esperienza pregressa.
La VIS è un atteggiamento organizzativo, ancor prima che una pratica. Se accompagnata da un processo riflessivo e condiviso, sia all’interno dell’equipe che all’esterno con gli stakeholder, può diventare un affidabile strumento di pianificazione strategica di lungo periodo e un potente motore di cambiamento organizzativo. Valutare l’impatto di un’azione consortile, come in questo caso, significa offrire anche alle associate uno “spazio di riflessione” utile non solo per comprendere i nuovi bisogni emergenti, ma anche per offrire risposte adeguate e strettamente coerenti con gli obiettivi organizzativi. Ricordiamoci sempre che misurare l’impatto significa gestire l’impatto.
Cosa occorre fare per costruire e promuovere consapevolezza interna ed esterna ad enti come il CSR e in generale nel Terzo Settore?
L’accrescimento culturale, inteso in senso lato, è sicuramente il punto di partenza. In assenza di conoscenza non si può diffondere consapevolezza. Le tematiche di creazione, misurazione e comunicazione di valore, specie quelle di matrice sociale, non avranno mai un “vero successo” se i singoli non hanno fatto propria l’importanza della loro misurazione e del loro impatto, adeguatamente corroborata però da una conoscenza “autentica” del problema. Il confine è troppo labile, il rischio della banalizzazione e veramente elevato.
A che punto è il progetto?
Il progetto è articolato in diverse fasi, per una durata di tre anni (si concluderà nel 2024, ndr.), abbiamo appena cominciato la prima fase, volta a raccogliere adesioni da parte delle cooperative, mappare l’esistente e diffondere conoscenza. Nelle prossime settimane concluderemo l’iniziale percorso formativo per poi dare avvio alle fasi successive, tese a mettere a punto e strutturare “il modello di valutazione d’impatto del CSR”.
Come procede il dialogo con gli interlocutori?
Fino ad ora siamo per certi versi al di sopra delle aspettative: le cooperative hanno risposto prontamente ed anche in numero superiore alle attese, partecipano molto attivamente e ci pare di cogliere ottimismo ed entusiasmo; per contro lo stato dell’arte in tema di misurazione e valutazione è debole, poche cooperative avevano prima d’ora affrontato le tematiche e pertanto il lavoro da fare sarà tanto.
Quali sono i prossimi passi del progetto?
I prossimi passi sono tesi a rafforzare e consolidare le competenze (capacity building) per arrivare poi alla costruzione di un protocollo (impianto VIS) di misurazione per il monitoraggio e la valutazione degli esiti generati dalle organizzazioni associate. Queste fasi, come è agevole intuire, richiedono un grosso impegno e coinvolgimento da parte delle associate, confidiamo di mantenere alto l’entusiasmo e non perdere il coinvolgimento.
28 giugno 2022