Valutazione dell’Impatto Sociale delle cooperative del CSR: presentato il protocollo, ora la raccolta dei dati
Prosegue senza interruzioni il cammino del progetto di Valutazione dell’Impatto Sociale – VIS promosso dal CSR in collaborazione con l’Università di Bologna. Un impegno pluriennale, inaugurato nella primavera del 2022, con un duplice obiettivo: la misurazione dei risultati e degli impatti generati dalle cooperative associate al Consorzio sui beneficiari diretti e indiretti delle loro attività. E, in senso più ampio, la misurazione dei cambiamenti generati sui territori di riferimento dal CSR, grazie alle relazioni esistenti tra le associate.
Ora il progetto è entrato in una fase operativa: terminati i workshop è stata costruita assieme alle cooperative la Teoria del Cambiamento. Questa rappresenta lo schema teorico su cui è stato strutturato il protocollo di misurazione, recentemente presentato alle cooperative. Ora i referenti delle cooperative sono impegnati in un momento di capacity building, ovvero un training pratico proposto a tutte le coop del CSR per capire come applicare il protocollo e iniziare quindi la raccolta dati, propedeutica alla Valutazione.
Ce ne parla Giorgia Bonaga, docente a contratto dell’Università di Bologna che, assieme a Sabrina Gigli e a Chiara Monduzzi, rappresenta il team di consulenti che sta conducendo questo progetto.
Professoressa Bonaga, a cosa servirà nel concreto il protocollo?
Questo strumento servirà per valutare l’impatto generato dal CSR, ma le cooperative potranno altresì applicarlo all’interno delle proprie realtà per valutare altri progetti. Potranno cioè farlo proprio, traendone dati significativi per analizzare il proprio operato.
Come è strutturato il protocollo?
Consta di tre macro-dimensioni (cluster o livelli) orientate a rilevare diverse tipologie di dati tra le associate: la prima è dedicata prevalentemente alla misurazione della performance economico-finanziaria, la seconda alla misurazione della performance socio-ambientale, infine, la terza, alla misurazione del cambiamento sociale generato.
È quest’ultima la più impegnativa, perché richiede la raccolta di dati sul campo e la consultazione dei protagonisti del cambiamento, ossia i beneficiari diretti delle attività. Tutti e tre livelli saranno attivati durante il 2023, anno nel quale le cooperative del CSR si sperimenteranno nella raccolta dei dati con un certo livello di autonomia, seppur sempre affiancati dal team dell’Università di Bologna. A questo scopo al team si è aggiunta una nuova risorsa, la dottoressa Chiara Monduzzi, persona dedicata proprio all’accompagnamento delle associate a questa delicata fase sperimentale di raccolta dei dati.
Nell’ultimo incontro di metà febbraio 2023, che clima avete riscontrato tra le cooperative?
È interessante sottolineare che erano presenti tutte le cooperative, con più persone provenienti dalla stessa organizzazione. L’incontro si è svolto online, in un clima coerente con i precedenti incontri formativi: le coop più grandi e strutturate, già abituate a ragionare in termini di investimento di risorse per la raccolta dati, si sono dichiarate più tranquille, pronte ad affrontare la complessità del processo; le cooperative più piccole, invece, hanno evidenziato una certa preoccupazione all’idea di riuscire a corrispondere alle nostre richieste.
Su un punto c’era una netta convergenza: la consapevolezza che la VIS rappresenti al momento un’opportunità di crescita per tutte le parti in gioco, in quanto strumento capace di accelerare il processo di maturazione e consolidamento di buone abitudini di monitoraggio e valutazione.
In questo 2023 il protocollo per la raccolta dei dati è in effetti uno strumento propedeutico: poi?
Sì, nel 2023 gli indicatori applicati sono di base: diciamo che è la versione ‘beta’. Poi nel 2024 proporremo indicatori più specifici, perché a quel punto le coop saranno più esperte: sarà sempre una valutazione di impatto, ma faremo un salto di qualità. Accenderemo indicatori sopiti, perché più impegnativi, e ci vorrà più tempo.
Come si sono organizzate le cooperative per svolgere il loro lavoro di raccolta?
Per ogni livello abbiamo chiesto un interlocutore/ referente specifico all’interno della cooperativa. Avere più referenti aiuta a distribuire responsabilità e carichi di lavoro. Più leggero e sostenibile sarà il processo di misurazione, maggiori saranno le possibilità che sopravviva e si consolidi nelle abitudini organizzative.
Il vostro gruppo di lavoro Unibo, invece, come è strutturato?
Sabrina Gigli è Professore Associato presso la Scuola di Economia e Management di Bologna e, trattando temi di valutazione della performance, change in accounting system, Responsabilità Sociale d’Impresa, nel team di ricerca si focalizza su strumenti e indicatori dedicati alla misurazione della Sostenibilità. Io sono consulente in Misurazione e Gestione dell’Impatto (IMM) per enti pubblici e privati e insegno questi temi agli studenti del Corso di Laurea Magistrale di Management dell’Economia Sociale dell’Università di Bologna. La dottoressa Chiara Monduzzi si è dedicata ai temi della misurazione dell’impatto nell’ambito dei progetti di tirocinio e di tesi, sviluppando competenze specifiche nella progettazione di protocolli valutativi in accompagnamento alle organizzazioni.
Quando finirà questo lavoro?
Una valutazione di impatto sociale (VIS) non dovrebbe mai avere una fine, ma piuttosto rigenerarsi ad ogni ciclo di progetto producendo sempre nuovi apprendimenti organizzativi e strategiche migliorie operative. Il progetto tra CSR e Università di Bologna si concluderà formalmente a fine 2024, prevedendo altri sei mesi circa per l’elaborazione di un Report di Impatto finale che vedrà la luce nel 2025. Ci auguriamo però che il processo valutativo possa proseguire in autonomia oltre la sperimentazione e radicarsi nel tempo sia all’interno del CSR e nelle singole associate.
Come valuterete il successo, o meno, di questa iniziativa?
Ci riterremo soddisfatte se l’impianto di valutazione sarà in grado di sopravvivere nel tempo, anche oltre la nostra consulenza tecnica. Ciò avrà maggior probabilità di accadere se le imprese comprenderanno l’importanza di trasformare l’atto della misurazione tout court (spesso sofferto) in una pratica organizzativa sostenibile e stabilmente orientata alla gestione dell’impatto sociale.
22 marzo 2023