Valter Bianchi: “CSR ruolo strategico nei rapporti con la PA”

Valter Bianchi, Presidente della Cooperativa La Romagnola Onlus dal 1996, è stato eletto nella scorsa primavera come membro del Cda del Consorzio Sociale Romagnolo, un ruolo che aveva già ricoperto per due mandati dal 2008 al 2014.

Presidente Bianchi, proprio in virtù del suo passato da consigliere del CSR, sta sicuramente toccando con mano, in questo nuovo mandato, i più importanti cambiamenti che recentemente hanno visto protagonista il Consorzio. Primo tra tutti, l’allargamento alle cooperative sociali di tipo B dell’Area Vasta.
L’allargamento ha portato sicuramente una complessità maggiore nella gestione degli appalti e nell’organizzazione del lavoro, ma con serietà stiamo operando per semplificare e armonizzare la collaborazione tra le cooperative. D’altronde, oggi attorno al tavolo siedono oltre 40 soggetti diversi, ciascuno con la sua storia e il proprio modo di operare. Proprio per questo stiamo portando avanti un percorso di definizione di un regolamento interno, che presto confido troverà conclusione e approvazione da parte di tutti.

Quanto conta il CSR oggi a livello di rappresentanza?
Conta molto, specialmente verso la Pubblica Amministrazione, e può agire meglio della singola cooperativa. È sicuramente un vantaggio aderire al CSR, e lo sperimentiamo anche noi personalmente come cooperativa La Romagnola. Avere dietro di sé il Consorzio rafforza molto la singola cooperativa. Il Consorzio riesce a dare voce e forza alle persone svantaggiate, che altrimenti si troverebbero in una posizione debole se dovessero agire da sole nei confronti di un’azienda. Il CSR riesce a tutelare queste persone.

La Regione ha promosso una riforma della Legge 17 che è stata molto discussa dalla cooperazione sociale, CSR in testa. A che punto siamo?
Ancora la Regione non si è espressa sugli emendamenti proposti alle loro riforma: siamo fiduciosi, ma siamo anche sulle spine. Certo è che nella nostra regione il CSR è una ‘mosca bianca’ rispetto all’applicazione della Legge 17: tantissime convenzioni stipulate con le imprese, molte persone svantaggiate che hanno potuto trovare lavoro. Per questo confido nella soluzione positiva di questa questione che può costare il posto di lavoro a tantissime persone.

Qual è secondo lei lo stato di salute del terzo settore?
C’è una nuova legislazione e stiamo aspettando i decreti attuativi. Occorre essere pronti per cogliere le opportunità che si potrebbero manifestare. Dentro il CSR c’è la cooperazione vera che ha peso nella democrazia interna. Quando prendiamo una decisione ci consultiamo, ne parliamo fino a quando assumiamo una posizione comune. Il CSR non è un luogo nel quale uno decide e gli altri seguono la decisione di uno solo, tutt’altro!

Che rapporto c’è invece, attualmente, con la PA?
È un momento complesso. Ci sono bandi e appalti che non creano posti di lavoro duraturi, e talvolta sono promossi proprio dalla Pa. La nostra cooperativa si occupa di trasporti, per esempio, di dializzati dalla propria abitazione al luogo di cura e in questo momento l’ASL Romagna sta promuovendo la ‘dialisi in casa’. È sicuramente un dato positivo per le persone giovani sottoposte a dialisi, ma molto penalizzante per gli anziani. Un altro punto è il seguente: oggi l’ASL Romagna dà direttamente al dializzato un contributo per farsi trasportare, da chi vuole, sul luogo della cura. Una volta questo contributo veniva dato alla cooperativa, che garantiva in cambio un servizio qualificato e professionale. Con questa soluzione invece sono state favorite associazioni e singoli non qualificati: prendono la macchina e iniziano a trasportare i dializzati o i disabili senza nessuna specifica competenza.

Al di là di questa specifica situazione, qual è lo ‘stato di salute’ della sua cooperativa sociale?
Oggi i dipendenti sono 57 e continuiamo ad inserire giovani apprendisti e svantaggiati. Dal punto di vista del lavoro, invece, abbiamo recentemente rinnovato l’appalto con l’ASL Romagna , ed è stato motivo di grande soddisfazione, anche se ci sono stati richiesti dei sacrifici in termini economici. Purtroppo abbiamo concluso il servizio di accompagnamento dei ciechi, dopo tanti anni. Ora, come per i dializzati, le persone prive della vista riceveranno un contributo diretto che potranno usare come desiderano per farsi trasportare.

Ci spieghi meglio.
Prima i contributi regionali per il trasporto dei ciechi arrivavano dalla Regione alla Provincia che, attraverso una convenzione, aveva affidato il servizio alla Romagnola. Oggi accade che questi contributi dalla Regione siano dati ai Comuni che lì girano ai singoli disabili.

Che impatto ha avuto sulla Romagnola questo mancato appalto?
Per la prima volta abbiamo diminuito dell’ 8% i chilometri percorsi in un anno e il fatturato è sceso del 4%. Non ci sono stati licenziamenti però: alcuni pensionamenti e altre dimissioni volontarie hanno permesso di evitare il taglio di posti di lavoro.

Come avete potuto sostenere questo calo di fatturato?
Tutte le cooperative sociali nel corso degli anni sono cresciute e si sono patrimonializzate: per questo oggi hanno le ‘spalle coperte’ per affrontare momenti difficili. La Romagnola è tra queste.

Qual è la quotidianità del vostro lavoro, oltre al trasporto in sé o alla gestione del laboratorio protetto di ceramica?
Siamo oberati da 100mila vincoli e oneri legislativi che sono diventati nel tempo sempre più pesanti e ci troviamo a confrontarci con chi, nel nostro settore, fa un lavoro spesso non professionale e che quindi, in un certo senso ‘sballa’ il mercato. Se portiamo via il lavoro ‘regolare’ alle persone svantaggiate, poi che risultato ci attende? Assistenzialismo, direi, e niente di più.

Nuovi lavori?
Una piccola ma molto interessante collaborazione con la Fiera di Rimini, che speriamo di incrementare in futuro. Nuovo è anche l’appalto con Start Romagna grazie al quale abbiamo potuto inserire degli accompagnatori sui loro mezzi di trasporto scolastico. Anche questa è una nuova attività di cui tireremo le fila l’anno prossimo, ma che abbiamo accettato volentieri, altrimenti i nostri svantaggiati sarebbero stati gestiti da una cooperativa non del territorio. Per noi la ‘territorialità’ è un valore imprescindibile del nostro lavoro.

In cosa consiste questo incarico?
Abbiamo inserito 27 accompagnatori di cui il 70% appartenente a categorie protette. Il lavoro viene svolto insieme alle cooperative New Horizon e La Formica. I nostri accompagnatori salgono su tutti gli scuolabus Start Romagna del Comune di Rimini: elementari e medie per complessive 23 tratte su tutto il territorio comunale.

Novità sul parco mezzi?
Lo rinnoviamo ogni anno. Nel 2017 abbiamo acquistato tre nuove unità, adesso abbiamo 30 tra pulmini ed autobus di diverse dimensioni.

Sui vostri mezzi campeggia lo stemma della Banca Malatestiana: una partnership che va avanti da diverso tempo.
Per noi è un onore poter contare su questa partnership: una banca del territorio, che lavora per il territorio, e la nostra cooperativa, fortemente radicata sul territorio. Per i soci della Banca, in particolare, svolgiamo un servizio molto gradito dall’utenza, ovvero li accompagniamo negli ospedali o nei luoghi di cura qualora siano impossibilitati a muoversi in auto o altri mezzi. Tra le altre cose, cogliamo l’occasione per congratularci con Enrica Cavalli, Presidente di Banca Malatestiana, che da qualche giorno è stata eletta Presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo dell’Emila Romagna. Rallegramenti e auguri per questo nuovo incarico, a cui ovviamente si unisce anche il Consorzio Sociale Romagnolo.


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