Rinnovato il contratto di lavoro della cooperazione sociale
Alfio Fiori, Vice Presidente del CSR presenta tutte le novità
È stato rinnovato a fine gennaio 2024 il Contratto di lavoro della cooperazione sociale che in Emilia-Romagna coinvolge circa 50mila lavoratrici e lavoratori. Nel nuovo contratto, tra i diversi punti, sono previsti un aumento di 120 euro mensili al livello C1 (operatore sociosanitario) da riparametrare agli altri livelli, e la quattordicesima mensilità al 50% a partire da gennaio 2025. La sanità integrativa passa invece da 60 a 120 euro annui, l’integrazione economica della maternità viene estesa al 100%. È previsto anche il riconoscimento di 15 minuti per i tempi di vestizione e del livello D2 per le educatrici e gli educatori degli asili nido e non solo. A sottoscriverlo sono state le sigle Agci Imprese Sociali, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop Sociali e FP Cgil, FP Cisl, Fisascat Cisl, UIL FPL, Uiltucs. Dopo la stipula, il contratto è stato confermato a fine febbraio dalle parti che lo hanno sottoscritto, e da pochi giorni è operativo.
Tra i protagonisti di questa operazione complessa e importante c’era anche Alfio Fiori, Vice Presidente del Consorzio Sociale Romagnolo, Direttore della Cooperativa Sociale CCILS, che ha partecipato ai lavori nella delegazione trattante il rinnovo contrattuale per conto di Legacoopsociali e che in questa intervista spiega quali sono i punti salienti di questo accordo.
“Gli incontri del tavolo, iniziati a gennaio 2023, si sono tenuti a Roma – racconta Alfio Fiori – e hanno partecipato le tre associazioni firmatarie – Agci Imprese Sociali, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali – e cinque sigle sindacali. Sono state giornate intense, complesse, ma anche interessanti e proficue. Alla fine, il contratto è stato sottoscritto da tutte le parti e poi il 5 marzo confermato”.
Due gli ambiti sui quali il CCNL Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro della Cooperazione Sociale è intervenuto.
“Il primo è stato quello di definire meglio l’ambito di applicazione, ossia indicare dove la cooperazione sociale opera, sia per la cooperazione di tipo A che offre servizi alle persone (recependo la norma del testo unico del terzo settore); sia per la cooperazione di tipo B di inserimento lavorativo, dove è stato chiarito all’art. 1 che è il contratto di riferimento e che è possibile in alternativa applicare i contratti di lavoro dei settori dell’attività svolta, previa verifica aziendale.
L’altro aspetto importante era far recuperare a chi lavora nelle nostre cooperative la perdita del potere di acquisto che ha subito in questi anni: questo sarà reso possibile a regime con un incremento di 120 Euro in busta paga mensili sul livello C1, e parametrato sugli altri livelli, con l’introduzione di una quattordicesima mensilità che è valorizzata al 50% della retribuzione mensile.”
Il primo incremento è partito già dal mese di febbraio 2024: i primi 60 euro lordi della busta paga di febbraio sono stati messi in pagamento a metà marzo 2024, e sono arrivati proprio nei giorni scorsi.
Per le cooperative che si occupano di inserire al lavoro persone “svantaggiate” quali sono gli aspetti più importanti?
“In primo luogo sono stati inseriti nuovi profili esemplificativi inerenti attività dove le coop sociali stanno già operando: il primo è definito ‘servizi di decoro delle comunità urbane’ (igiene ambientale); il secondo è l’attività dei servizi legati al verde urbano con l’introduzione di due profili: il giardiniere e l’agronomo; infine, il terzo, riferito ai servizi cimiteriali, con l’inserimento del profilo del necroforo”.
“Ora – sottolinea Fiori – abbiamo un orientamento normativo che va verso il tema dell’applicazione del contratto merceologico di settore. Il nostro contratto, è quello delle cooperative sociali, opera per poter effettuare gli inserimenti lavorativi e, per poterlo fare, le cooperative svolgono attività in diversi settori: alcuni profili per servizi di pulizia, ristorazione collettiva (con le figure del cuoco e dell’aiuto-cuoco) e servizi di contact center (evoluzione del call center) erano già presenti. I nuovi profili esplicitati rendono ancora più agibile il nostro contratto. È una questione di tecnica giuridica per evitare che qualcuno possa sostenere la non corretta applicazione “.
Un’altra novità riguarda la sottoscrizione congiunta delle ‘tabelle’ del costo del lavoro. “Quando la stazione appaltante fa la gara ha l’obbligo di indicare il costo del lavoro prendendo come riferimento le tabelle inserite negli accordi contrattuali. Fino ad oggi le tabelle, approvato il contratto, erano definite e inviate al MISE, Ministero dello Sviluppo Economico, che le recepisce e le rende ufficiali. Con il nuovo CCNL invece le parti sottoscriventi hanno già definito le tabelle consentendone il loro utilizzo alle stazioni appaltanti, senza dover attendere i tempi di ufficializzazione da parte del MISE”.
C’è un’altra questione che sta a cuore ad Alfio Fiori: “Un salto salariale di questo tipo (+13% a regime) è evidente che non può essere sostenuto solo dalle cooperative in quanto non hanno utili per far fronte a questi aumenti. Le stazioni appaltanti e i committenti devono riconoscere in tempi celeri questo sforzo che consente ai lavoratori di recuperare il terreno perso causa inflazione; le parti hanno anche preso in considerazione il fatto che, qualora ci sia qualche problema in qualche cooperativa che non riesca a sostenere economicamente il rinnovo del contratto, è possibile utilizzare la clausola di salvaguardia che dà la possibilità alle cooperative di trovare una strada, assieme ai sindacati, per salvaguardare le coop stesse e tutte le persone che vi lavorano”.
Nel nuovo CCNL infine viene tutelata la ‘maternità’. “È un aspetto di grande dignità. Le cooperative si impegnano a riconoscere la tutela piena della maternità: dove oggi la norma prevedeva l’integrazione all’80% dello stipendio, le coop sociali hanno deciso di permettere a chi sarà in maternità di prendere il 100%, arrivando ad uno stipendio intero. È uno sforzo economico importante (+20%), considerando che la maggior parte della forza lavoro delle cooperative è costituita da donne, ma siamo convinti che chi decide di avere figli non può essere penalizzata”.
25 marzo 2024 (aggiornamento 28 marzo 2024)