L’unione fa la forza. Ecoservizi L’Olmo e Nel Blu verso la fusione

A cura di Giorgia Gianni*

Due protagonisti storici della cooperazione sociale riminese hanno deciso di collaborare, mettersi in rete, fino a scegliere di fondersi, per essere più forti e competitivi sui mercati. Dalla fusione tra due protagonisti “storici” della cooperazione sociale nel territorio riminese, Ecoservizi L’Olmo e Nel Blu, vedrà la luce a Rimini entro il 2015 una nuova realtà, destinata a giocare un ruolo di primo piano in settori come i servizi di igiene ambientale, pulizie civili e industriali, manutenzione del verde.

Un percorso che affonda le sue radici nel contratto di rete siglato nel 2011 dalle due società con un’altra importante “collega” riminese, la cooperativa Cento Fiori. Un’esperienza che era stata pionieristica, sottolinea Alfio Fiori, direttore di Olmo e Cento Fiori e coordinatore tecnico della rete delle tre cooperative. «È stato il primo contratto di rete registrato a Rimini. Abbiamo colto l’opportunità, sostenuti da Legacoop, per mettere insieme alcuni servizi a partire da quelli amministrativi. È iniziata da qui una collaborazione più stretta sulle attività comuni, iniziando successivamente a ragionare in questo ambito di una possibile fusione fra Olmo e Nel Blu. Dal luglio 2014, verificata la fattibilità tecnica della fusione, Federcoop Nullo Baldini è stata incaricata della redazione del piano industriale, deliberato dai consigli delle due cooperative e quindi messo ai voti delle assemblee il 20 marzo per procedere alla fusione. Si potrebbe tecnicamente arrivare al traguardo entro quest’anno».

Numeri importanti. La nuova cooperativa sociale avrà dimensioni ragguardevoli per il territorio romagnolo e riminese. «Da sempre le cooperative hanno ragionato su come radicarsi in misura sempre maggiore, forti di una conoscenza capillare del territorio. Con la riduzione progressiva degli affidamenti diretti, siamo abituati a competere nelle gare e nel mercato, lavorando sia con enti pubblici e società in house, sia per aziende e privati». Insieme, le due realtà che andranno a fusione, sommano oggi un fatturato di oltre 12 milioni di euro, con 320 dipendenti a cui se ne sommano altri 120 nel periodo estivo e con un inserimento lavorativo vicino al 40%. Attive nei servizi di igiene ambientale, pulizie civili e industriali, manutenzione del verde, da sempre occupano anche numerose persone che, pur non avendo una certificazione di “svantaggio”, sono più fragili.

La legalità al centro. È necessario riportare la legalità al centro, sottolinea ancora il direttore di Olmo e Cento Fiori. «Noi con le nostre cooperative siamo la dimostrazione che si può lavorare onestamente. La cooperazione sociale in questi anni di crisi è stata anticiclica, anche facendo grandi sacrifici. È quello che fanno i cooperatori: investire utili nella cooperativa per creare nuove opportunità, per continuare a darsi e a dare occupazione. L’impresa è un valore, lo dice la Costituzione. Il problema è che in diversi casi la ricchezza diffusa ha bloccato la voglia di fare impresa e la finanza, che fa guadagnare di più e con meno rischi, governa da 20 anni il sistema imprenditoriale italiano. Dobbiamo invertire la tendenza, tornare a fare economia reale e per noi cooperatori vigilare sulla gestione delle cooperative, denunciando quelle false. Il caso della 29 Giugno mostra che cosa accade quando c’è un problema di management, ma anche di mancato controllo da parte dei soci. Noi, alla Cento Fiori, lavoriamo sui servizi per gli immigrati e abbiamo avuto finanziamenti come tutte le cooperative e le associazioni, laiche e cattoliche, che svolgono queste attività. E li abbiamo investiti per dare servizi alle persone, come da convenzione. Non per arricchirci. La vera cooperazione progetta e sviluppa attività nel territorio, presentando progetti spesso ambiziosi ma sempre concreti. Così come nelle nostre cooperative abbiamo saputo conservare un patrimonio che oggi ci consente di non avere problemi di credito. Abbiamo sempre presentato progetti seri, in grado di sostenersi, e finora non abbiamo avuto difficoltà a reperire canali di finanziamento».

*Testo pubblicato sul n.4/2015 de La Romagna Cooperativa, rieditato per gentile concessione per la pubblicazione sulla newsletter del CSR – Consorzio Sociale Romagnolo. Il testo originale è visibile su www.legacoopromagna.it


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