Le nuove cooperative del CSR. Metis: l’accoglienza dei richiedenti asilo la “punta di diamante”

Nata nel 2003 grazie ad un gruppo di amici, Coop Metis, aderente al CSR-Consorzio Sociale Romagnolo, oggi impegna oltre 40 dipendenti in servizi di cura, soprattutto l’accoglienza dei richiedenti asilo. Nell’intervista al presidente Cinzia Mariani, la storia della cooperativa, i principali servizi e clienti e uno sguardo al futuro della cooperazione sociale, all’insegna di una parola d’ordine: innovare i servizi.

Dott.ssa Mariani, quali sono state le scelte professionali della sua vita che l’hanno portata ad essere a capo di una cooperativa sociale?
Sicuramente il desiderio di essere di aiuto a chiunque si potesse trovare in difficoltà. Ho iniziato a lavorare nel mondo del sociale nel 1994: lo spirito di avventura e l’indole da “crocerossina” che mi hanno contraddistinto ha portato poi alla nascita della cooperativa Metis, dove oggi lavoro, nata grazie alla volontà di un gruppo di amici.

Quali sono state le tappe salienti della vostra storia cooperativa?
Coop Metis nasce nel 2003, per opera di un gruppo di amici. Nel corso del tempo i nostri servizi sono cambiati con il mutare delle esigenze che la società andava manifestando. Siamo passati, per esempio, dalla cura degli anziani a quella dei migranti, emergenza dei giorni nostri. Dal 2004 al 2015, per esempio, abbiamo gestito i servizi sociosanitari per la Casa di Riposo / RSA Maccolini di Rimini; dal 2005 al 2012 la casa di riposo Oasi Serena; dal 2010 al 2018 i servizi socio sanitari per la casa San Francesco di Viserba di Rimini. Nel 2014 abbiamo aperto ai migranti, con servizi di accoglienza e assistenza, per la Prefettura di Rimini.

Dal punto di vista numerico, quante persone lavorano in Metis?
I dipendenti sono 45, i soci 44 mentre la percentuale degli svantaggiati arriva al 33%. Nel 2018 abbiamo chiuso il bilancio con 2,6 mln di Euro circa di fatturato.

Turismo sociale, pulizie, accoglienza, servizi sanitari… quali sono i vostri settori di maggior ‘peso’ dentro la cooperativa?
In questo momento il servizio di accoglienza per richiedenti asilo ha il maggior peso, ma stiamo progettando servizi innovativi per minori e servizi ristorazione per ogni genere di svantaggio. In particolare, il servizio di accoglienza temporanea di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale è per la Cooperativa una “punta di diamante”. In questi anni ha rappresentato l’attività prevalente sia in termini economici che di utenza, arrivando a gestire nell’anno picchi di circa 150 utenti, distribuiti sul territorio della Provincia di Rimini e precisamente nei comuni di Bellaria, Santarcangelo di Romagna, Poggio Torriana, Novafeltria, Verucchio, Rimini, Saludecio, Mondaino.

Chi sono i vostri maggiori clienti?
In particolare lavoriamo con la Prefettura di Rimini e la cooperativa sociale L’Aquilone di San Mauro Pascoli.

Quando e per quale ragione avete aderito al CSR?
Abbiamo aderito recentemente, nel 2018, per il desiderio di poter ampliare i servizi dove possono essere inseriti persone in condizione di svantaggio. Oltre al Consorzio Sociale Romagnolo, aderiamo anche al Consorzio Charis, una rete nazionale di consorzi e cooperative sociali senza scopo di lucro, al Consorzio Mosaico.

Dopo aver aderito al CSR, come valutate il lavoro del Consorzio?
Siamo ancora in fase di conoscenza ed esplorazione: al momento abbiamo notato una grande attenzione alla condivisione delle informazioni che potrebbero permettere l’instaurarsi di nuove reti future e collaborazioni.

Il mondo della cooperazione è cambiato e sta cambiando ancora: che prospettive per la vostra cooperativa?
Crediamo che l’innovazione sui servizi sia la strada da percorrere, in quanto oggi il mercato richiede servizi flessibili da attivare velocemente, in maniera affidabile, con chiarezza tra cliente/fornitore. Servizi di qualità, dove lo standard di personalizzazione è al di fuori della portata di società multinazionali. La nostra prospettiva è quindi quella di sviluppare servizi a persone più giovani, in grado di essere accompagnati in nuove avventure, mantenendo un contatto con la storia e le
nostre tradizioni locali.

Che prospettive per la cooperazione sociale, in generale?
È tutto molto fluido, in continuo cambiamento. Gli orizzonti temporali di sviluppo sono di breve durata, si richiede un monitoraggio continuo per l’andamento di dati interni ed esterni, sviluppi tecnologici innovativi richiedono aggiornamenti adeguati e dimensioni lavorative da ridimensionare
continuamente sulla base delle richieste del mercato.

21 maggio 2019


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