L’allarme di Confcooperative: il decreto correttivo degli appalti non riconosce l’aumento dei costi nei servizi essenziali

Le cooperative che operano nei servizi alla persona e ambientali e quelle di inserimento lavorativo lanciano l’allarme: il decreto correttivo del Codice degli Appalti non prevede un adeguamento dei prezzi sufficiente a coprire l’aumento dei costi sostenuti dalle imprese che forniscono servizi alla Pubblica Amministrazione. Un mancato aggiornamento che, secondo Confcooperative Romagna, rischia di mettere a dura prova la sostenibilità economica di tutte queste realtà.

«È sorprendente che il decreto faccia una distinzione tra cooperative di lavoro e cooperative di servizi, penalizzando chi offre servizi essenziali per la Pubblica Amministrazione – afferma Mirella Paglierani, coordinatrice del settore Lavoro e Servizi di Confcooperative Romagna –. Siamo contenti che le cooperative di lavoro, attive soprattutto nell’edilizia, abbiano ottenuto un riconoscimento, ma non possiamo accettare questa disparità di trattamento».

La normativa prevede infatti un meccanismo differenziato di adeguamento prezzi: per il settore dei lavori, la soglia oltre la quale scatta la revisione è stata abbassata dal 5% al 3%, con una copertura del 90% dell’aumento. Per i servizi, invece, la soglia resta al 5%, con una copertura dell’80%. Un divario che pesa in particolare sugli appalti pluriennali: una cooperativa che al quarto anno di un contratto quinquennale si trovi a fronteggiare un incremento del 20% dei costi, non potrà beneficiare di alcun adeguamento, assorbendo integralmente l’aumento.

«L’aumento dei costi per materie prime e contratti collettivi nazionali ricade interamente sulle cooperative – sottolinea Mirca Renzetti, coordinatrice del settore Federsolidarietà di Confcooperative Romagna e vicepresidente dell’Associazione –. Questo mette a rischio la sostenibilità delle nostre imprese, che non solo garantiscono servizi fondamentali per la comunità, ma danno lavoro a decine di migliaia di persone».

Il timore delle cooperative è che questa mancata revisione dei criteri tariffari comprometta la stabilità economica di servizi essenziali, che non possono essere interrotti. Una distorsione normativa che Confcooperative Romagna intende contrastare chiedendo al Governo un intervento urgente.

«Chiederemo con forza al Governo di estendere la revisione dei prezzi anche al comparto dei servizi – conclude Paglierani –. L’attuale normativa penalizza un settore fondamentale, che deve poter contare su un equilibrio economico stabile per garantire continuità e qualità nel tempo».

13 febbraio 2025


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