La Formica ha partecipato all’indagine dedicata ai ‘Vissuti fragili al tempo del Coronavirus’

di Emiliano Violante

I vissuti al tempo del Coronavirus” è un’indagine messa a punto da un gruppo di ricerca del Laboratorio sulle disuguaglianze dell’Università di Siena. Il progetto è finalizzato a raccogliere elementi di carattere conoscitivo utili per un’indagine sociologica su preoccupazioni, paure, atteggiamenti, scoperte, positive o negative, riferite ai “vissuti al tempo del coronavirus”.

Giovanni Iozzi della cooperativa Arcobaleno di Torino, è ideatore di questo lavoro che poi è stato partecipato anche dalle cooperative aderenti alle Rete 14 Luglio, tra le quali c’è anche La Formica di Rimini, aderente al CSR.

Dott. Iozzi, com’è nata l’idea di quest’indagine e come si è concretizza la collaborazione con l’Università di Siena per attuare questo progetto?
Vengo dal mondo della ricerca, conosco bene quel dipartimento con cui ho collaborato in passato per altri tipi di studi sui temi sociali come l’immigrazione, l’inclusione sociale ecc. Mi è sembrato naturale proporre a loro quest’indagine perché credo che il nostro lavoro di cooperatori, le nostre preziose informazioni che custodiamo come imprenditori del sociale, debbano essere anche messe a disposizione del mondo scientifico universitario, affinché possa essere letto, interpretato e in qualche modo raccontato al meglio.

Quali sono gli obiettivi che vi siete posti o che vorreste raggiungere con questo lavoro?
Noi cooperatori sociali siamo posizionati in una estremità degli equilibri sociali, uno spaccato particolare delle nostre comunità, dove emergono fragilità particolari e situazioni limite. Credo che questo ci dia un punto di conoscenza prezioso, direi quasi unico da poter offrire appunto alla scienza, alla sociologia per essere osservato raccontato ed analizzato. Uno sguardo reale sulle difficoltà dovute alla mancanza di un’occupazione lavorativa, che trasforma la vita di tutti in modo particolare per i più debili.

Come è stata attuata la strategia del questionario? Chi sono i destinatari e chi avete deciso di coinvolgere per l’indagine?
Il lavoro non è finanziato da nessuno, se non dalle stesse cooperative, quindi siamo partiti dall’idea che quasi tutte le cooperative della Rete 14 Luglio potessero mettere la propria struttura e i propri dati a disposizione, poi ci sono anche altre realtà cooperative esterne, che hanno aderito anche dalla toscana. Le modalità sono semplici, un questionario on line raggiungibile su una pagina web, gestito dal dipartimento dell’università di Siena che però è stato somministrato via telefono da un referente di ogni impresa sociale che ha aderito.

Successivamente alla notizia della ricerca nazionale promossa dall’Università di Siena sui “Vissuti fragili al tempo del coronavirus”, a cui La Formica ha aderito nel mese di aprile su sollecitazione delle Rete 14 luglio, la dott.ssa Giulia Bertozzi, addetta agli inserimenti lavorativi della cooperativa che ha condotto l’indagine sul campione riminese, è stata intervistata nella trasmissione televisiva di Icaro Tv “Come se fosse facile” per approfondire il tema affrontato nella ricerca.

Dott.ssa Bertozzi, che valore ha per lei questo progetto, quali sono le sue implicazioni sociali e gli obiettivi che si pone?
Questo progetto ha previsto la partecipazione di diverse cooperative sparse su tutto il territorio nazionale. L’indagine sociologica, che ha due obiettivi principali: da un lato ci ha permesso di avere un ampio spettro di come sono i vissuti delle persone considerate fragili in un contesto storico sicuramente difficile; dall’altro ha permesso di condividere tra le cooperative delle linee guida utili a capire meglio future strategie, per stare sempre più vicino ai lavoratori. Direi che su entrambi i lati ha avuto due riscontri positivi.

In Formica sono state 22 le persone che sono rimaste a casa che ha contattato: cosa è emerso da queste telefonate?
L’indagine aveva degli item che riguardavano principalmente le preoccupazioni che la persona in quel momento stava vivendo, così come anche i sentimenti di ansia o di rabbia, rispetto ai decreti che stavano uscendo. Una reazione che è stata vissuta in modo diversificato a seconda delle persone. Ci sono stati dei cambiamenti relativi alle abitudini: persone abituate a lavorare tutti i giorni, o comunque quasi tutti i giorni, all’improvviso si sono ritrovate ad avere tantissimo tempo a disposizione. Sicuramente tutto questo ha richiesto un riadattamento della propria vita privata e ciò che è emerso, non è stato tanto il fatto che il contesto, dettato appunto dal Coronavirus, abbia permesso l’arrivo di nuove difficoltà, ma probabilmente è stata un po’ la scintilla che ha portato ad amplificare dei problemi che già erano presenti nel lavoratore.

La quarantena è stato anche un momento per fare emergere le fragilità, che spesso sono insite sia nel mondo del lavoro che nella vita privata. Ci sono stati però in questa fase anche dei riscontri positivi? Possiamo cioè parlare di un acceleratore per quanto riguarda la presa di coscienza di certe problematiche che affliggono sia l’ambito professionale ma la società in genere?
Noi come cooperativa avevamo già attivato un percorso di vicinanza ai lavoratori, programmando appunto telefonate per conoscere la loro situazione. Il progetto dell’indagine si è un po’ unito a ciò che era già stato un intervento pensato da parte della cooperativa. In generale, posso dire di sì. Telefonando ai lavoratori quest’aspetto è emerso e c’è stata una riflessione non solo dal punto di vista negativo, rispetto a quanto sia difficile in questo momento, ma quanto anche sia stato utile per molti avere un punto di ripartenza. Molti lavoratori non si sono concentrati solo sui loro punti di debolezza, ma anche sui loro punti di forza e questo è stato molto piacevole da ascoltare. Quindi io spero che alla ripartenza tutti loro si ricordino di ciò e sfruttino quella forza per la nuova fase.

25 giugno 2020

Intervista integrale a Giovanni Iozzi

Intervista integrale a Giulia Bertozzi

La trasmissione “Come se fosse facile” a cui ha preso parte Giulia Bertozzi il 22 maggio 2020 è visibile qui: https://youtu.be/oj_9tfHtkuI


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