La cooperazione sociale in Romagna è ‘resiliente’. Il focus della Camera di commercio
Un terzo settore vivace e vitale. È la ‘fotografia’ restituita dall’Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna e dall’Albo Nazionale delle Società Cooperative del Mise, che confermano l’importanza del sistema cooperativo a livello nazionale e regionale e anche nell’area Romagna, che vede, al 30 settembre 2019, la presenza di 967 cooperative “attive” – ovvero quelle iscritte obbligatoriamente all’Albo Nazionale del Ministero dello Sviluppo Economico, istituito con D.M. 23/06/2004, previa registrazione al Registro Imprese della Camera di commercio di competenza.
Tra i principali settori di attività: il 33,1% (320 unità) sono cooperative di “produzione e lavoro”, il 5,3% (51) di “conferimento prodotti agricoli e allevamento”, il 4,4% (43) “edilizie di abitazione”, il 2,2% (21) di “lavoro agricolo” e il 2,1% (20) di “trasporto; una quota relativamente alta, inoltre, risulta attribuita alla categoria residuale “altre cooperative” (21,3%, 206 unità).
In Romagna sono poi presenti 257 cooperative sociali (il 26,6% delle cooperative totali), iscritte sempre all’Albo Nazionale: tra queste, 113 sono unità “di tipo A” (operanti nella gestione dei servizi socio-sanitari, assistenziali ed educativi), 62 unità “di tipo B” (destinate allo svolgimento di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate) e 69 unità “di tipo misto A+B”. L’incidenza delle cooperative sociali su quelle totali, infine, è molto più alta rispetto allo stesso peso che si riscontra in Emilia-Romagna (18,1%).
I dati confermano insomma l’importanza della cooperazione come uno degli asset che caratterizzano il tessuto imprenditoriale romagnolo. “La cooperazione – sottolinea Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna – persegue finalità e obiettivi intessuti di valori che vanno oltre l’obiettivo del solo profitto, dando un contributo fattivo allo sviluppo economico e sociale del Territorio. Va evidenziato, inoltre, che la cooperazione, colpita anch’essa fortemente dalla crisi economica dell’ultimo decennio, proprio per le sue specificità, è stata in grado di dimostrare una forte resilienza, di ottenere, in alcuni casi, performance nettamente positive e di conseguire modelli imprenditoriali innovativi, quali per esempio il fenomeno dei workers buy out e delle cooperative di comunità”.
12 novembre 2019