Inserimento lavorativo di persone con disabilità: Valentina Ferrini di New Horizon è il primo Work Coach di Rimini

Per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità è nato Work Coach, una figura professionalizzata che si pone come facilitatore ed interlocutore tra le realtà produttive del territorio e il Servizio Disabili del Comune di Rimini. Il Work Coach metterà in contatto la persona in cerca di lavoro, segnalata dal Servizio Disabili, con gli imprenditori e le aziende del territorio, attivando una proficua mediazione tra domanda e offerta. Il progetto ha una durata annuale ed è finanziato con un contributo di 30mila euro da parte del Distretto di Rimini. Il soggetto individuato come capofila è New Horizon Società Cooperativa Sociale Onlus, associata al CSR, che sta già operando in collaborazione con Coop Il Millepiedi e Fondazione San Giuseppe.

A beneficiarne sono circa 25 ragazzi in carico al Servizio Disabili adulti del Distretto di Rimini che hanno concluso il percorso scolastico, formativo e di allenamento al lavoro attraverso tirocini o brevi esperienze lavorative. Attraverso un lavoro di confronto con il Servizio Disabili, per ogni individuo coinvolto sarà svolta un’attività di orientamento e accompagnamento, identificando capacità, conoscenze, motivazione, attitudini, possibili aree di sviluppo di abilità e autoconsapovolezza delle proprie criticità, al fine di ipotizzare un inserimento lavorativo mirato, in grado di stimolare l’autonomia e l’empowerment della persona, supportando al contempo le aziende attraverso azioni di sostegno alla mansione, favorendo così anche un buon clima tra lavoratori.

Valentina Ferrini della cooperativa New Horizon è il primo Work Coach qualificato del territorio: oltre ad avere competenze formative, del mercato del lavoro, del territorio, delle aziende, ed esperienza di lavoro in cooperazione sociale, ha una formazione di Orientatrice con qualifica Regionale, con conoscenza, in qualità di educatrice, dei vari tipi di disabilità; ed è anche formata come Disability Manager e sul metodo ABA per cittadini con spettro autistico. Tutte qualifiche che nascono dalla sua esperienza professionale, da corsi di formazione specifici, a cui si aggiungono le competenze personali, le cosiddette soft skills, apprese non ultimo in più di vent’anni di attività in questo ambito.

Valentina Ferrini: come funziona la sua attività?
Accolgo la persona che mi viene inviata dal Servizio Disabili e durante questo primo colloquio cerco di capirne capacità, competenze, aspettative punti di forza e criticità. Quindi, dopo aver effettuato il matching con le aziende del territorio che ho precedentemente contattato e spesso già visitato, viene presentato il candidato il quale vede direttamente l’azienda e la mansione da svolgere. Questo primo incontro è fondamentale per la conoscenza di entrambi: in questo caso il Work Coach funge da mediatore tra i bisogni dell’azienda e le aspettative del (speriamo) “futuro dipendente”. Ove necessiti il progetto prevede anche una figura di tutoraggio nei primi giorni d’inizio lavoro e la presenza del Work Coach rimane a prescindere per tutta la durata del progetto.

La ricerca dell’azienda è importante per questo progetto.
È fondamentale. Il primo contatto con loro parte da una domanda, se sono cioè in regola con l’adempimento della Legge 68, che obbliga le imprese oltre un certo numero di dipendenti ad assumere una risorsa fragile. Quindi avviene l’incontro con l’azienda, per capire di cosa hanno bisogno, che tipo di lavoro viene svolto, le mansioni possibili e in quell’occasione spiego le varie normative regionali e le leggi che normano questo particolare rapporto di lavoro. È l’occasione in cui spiego anche tutte le opportunità della Legge Regionale 17.

Come rispondono le aziende alla tua chiamata?
Non tutte le aziende che hanno l’obbligo della Legge 68 sono inclusive. Alcune preferiscono pagare una multa per mancata ottemperanza della normativa piuttosto che inserire una risorsa svantaggiata. Non è per una forma di preclusione, ma è perché spesso si pensa che sia troppo impegnativo gestire un disabile oppure si ha paura di quello che non si conosce: proprio per questo penso che il Comune di Rimini sia stato davvero oculato nella promozione di questo progetto poiché ha messo a disposizione una figura competente che grazie ad una cooperativa come New Horizon, che ha come mission principale l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, sa molto bene supportare questo processo. Quando le contatto e spiego il progetto del Work Coach e poi illustro tutte le possibilità offerte dalla legge mi rispondono positivamente e in generale esprimono soddisfazione, perché la buona riuscita di un inserimento va a tutto vantaggio dell’impresa, non solo della persona.

Come si stanno svolgendo queste prime settimane di lavoro?
Al momento ho già ricevuto sei persone: una è già stata assunta in una cooperativa aderente al CSR, la Coop134. Poi c’era un’altra persona che, invece, non si trovava bene nell’azienda in cui era inserita. Abbiamo ragionato sulle varie possibilità in un tavolo che ha coinvolto lei e l’azienda, trovando non solo una positiva soluzione per tutti, ma anche prospettive per il futuro

Che valore dai all’inserimento di una persona cosiddetta fragile in un contesto lavorativo?
Esiste ancora uno stigma sociale che accompagna il disabile e la sua famiglia sull’infelicità. Invece io credo che se ben valorizzato il cittadino a prescindere dalla sua disabilità possa diventare una risorsa, per la famiglia, per la società e per il mondo del lavoro. Sono profondamente convinta che la persona svantaggiata sia portatrice di senso e di bellezza. Il suo inserimento in un’azienda non ha a che fare solo con la mansione che svolgerà, con la sua efficienza, per quanto residuale possa essere: piuttosto sarà una presenza che renderà più ricco ed importante lo stare insieme come gruppo di lavoro.

Nella nota di Palazzo Garampi, l’Assessore alla protezione sociale Kristian Gianfreda, anche Presidente del Distretto socio sanitario di Rimini, spiegava che l’iniziativa “lavora per rendere la comunità riminese sempre più aperta e inclusiva attraverso azioni concrete, fattuali, a partire appunto dall’inserimento lavorativo di persone con fragilità. Lo scopo è quello di promuovere la massima autonomia possibile degli utenti, valorizzare le loro potenzialità e costruire percorsi specifici di inclusione socio-occupazionale, rinforzando, allo stesso tempo, la rete territoriale e le sinergie tra soggetti pubblici e privati, sulla base di una cultura dell’inclusione e della responsabilità d’impresa”.

26 luglio 2023


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