Il Pino e PrimaBi incorporate nella Coop Sociale Zerocento. Intervista al Presidente Arianna Marchi
Migliorare le proprie attività, implementare i servizi. Il giorno 1 dicembre 2018, le cooperative Il Pino e PrimaBi sono state incorporate nella Cooperativa Sociale Zerocento. Un percorso lungo un anno, raccontato nell’intervista dal Presidente Arianna Marchi.
Presidente, per quale motivo siete arrivati a questa decisione?
La scelta di procedere ad una fusione per la Cooperativa Zerocento era definita e chiara negli obiettivi strategici di sviluppo. Una scelta nata dalla voglia di implementare l’offerta dei servizi aggiungendo a quelli “di tipo A” con nuovi servizi “di tipo B” allo scopo di migliorare le proprie attività ed il proprio ventaglio di servizi. Questo percorso con le Cooperative PrimaBi ed Il Pino deriva in particolare da una storicità di relazioni. PrimaBi nasce da un progetto della Coop Zerocento nel 2001 per ampliare sul territorio le opportunità legate all’inserimento lavorativo che Zerocento al tempo non riusciva a fornire, con la Cooperativa “Il Pino” invece l’affinità nasce da una collaborazione che si è sviluppata e consolidata negli anni con il lavoro sul territorio.
Quanto tempo avete impiegato per passare dall’idea di una fusione alla fusione stessa? La burocrazia è particolarmente impegnativa oppure vi ha facilitato?
Il percorso è durato un anno. Inutile negare che la parte documentale richieda tempo, attenzione e sacrificio. Il tempo però diventa necessario per creare le fondamenta di un nuovo edificio così complesso. Bisogna riconoscere che Legacoop e Federcoop ci hanno fornito un supporto fondamentale e continuativo necessario per il raggiungimento dell’obiettivo. Un processo di fusione per incorporazione assomiglia alla composizione di un mosaico. Tutti devono fornire il proprio contributo, tutti devono apporre il proprio tassello affinché si raggiunga un risultato finale armonioso. Lo sforzo di tutte le strutture coinvolte è stato in questo caso esemplare.
Quali saranno le maggiori complessità di questa nuova realtà?
La parola complessità può portare ad una prima analisi preoccupante: in realtà i tempi e le sfide che affrontiamo quotidianamente sono di per sé “complesse” e noi con il lavoro quotidiano abbiamo imparato a cercare sempre nuove opportunità anche nelle complessità. Questa fusione porta dentro Zerocento un bagaglio di esperienze e conoscenze che inevitabilmente condurranno ad un nuovo prolifico corso lavorativo, ancora più maturo e solido.
Quali sono invece secondo lei le ‘sfide’ già vinte?
Riunire anime diverse provenienti da modi operativi simili ma lontani. La complessità di Zerocento ha richiesto alle strutture di PrimaBi ed Il Pino uno sforzo di efficientamento per adeguarsi a standard qualitativi nuovi. Quando l’obiettivo comune rimane lo stesso, forte e condiviso, non esistono sfide insormontabili.
Ci può indicare, dal punto di vista ‘numerico’, il peso di questa nuova realtà? Ovvero: quanti dipendenti, quanti soci, percentuale svantaggiati?
Dopo il 1 dicembre 2018, a fusione avvenuta, Zerocento conta un totale di 605 dipendenti, di cui 461 soci cooperatori e 32 soci volontari. La fusione ha portato in Zerocento 48 nuovi soci cooperatori e 15 soci volontari. Ad oggi inoltre abbiamo 29 nuovi colleghi lavoratori svantaggiati (prevalentemente soci) con una percentuale pari al 39,20% del totale del personale impiegato nel settore lavorativo.
Meglio cooperativa mista A+B, oppure tenere distinti i due ambiti? Cosa ne pensate?
Bisogna ricordare che alla base c’è una parola, “sociale”, che racchiude la natura di Coop A e Coop B. Al centro della nostra missione rimane quel punto fisso. La possiamo declinare con dei sinonimi: territorio, cultura e soprattutto “persone”. Perché al centro dello sforzo rimane la persona, servizi alle persone, servizi per le persone, servizi per coltivare e curare il territorio in cui le persone vivono. Pertanto qualsiasi modalità che ci consenta di realizzare quanto sopra verrà approfondita e nel caso realizzata.
Qual è il territorio di vostra competenza?
Da Cervia a Casola Valsenio con servizi in tutta la Provincia di Ravenna, a cui si aggiungono altre attività svolte nella provincia di Ferrara e nei territori di Forli / Cesena (da Modigliana a Cesenatico) fino ad Imola. Ci estendiamo su un territorio di centinaia di chilometri con tutte le opportunità e le difficoltà che questo dispiegamento può comportare.
Che servizi promuovete per il tipo A e per il tipo B?
Oltre alle attività storiche di Zerocento, che riguardano servizi all’infanzia, ai minori, ai disabili, alla salute mentale e agli anziani, il nuovo settore di inserimento lavorativo si dedicherà all’implementazione delle attività già proprie delle due cooperative incorporate: lo spazzamento manuale, la cura e manutenzione del paesaggio, il servizio storico di Informazione promozione e controllo verso i clienti Hera finalizzato a stimolare comportamenti corretti nell’utilizzo del servizio di raccolta differenziata, il servizi di presidio accessi, la gestione accettazione e pesatura rifiuti presso discariche di Herambiente, il servizio di gestione amministrativa della movimentazione dei rifiuti e l’attività di guardiania presso depuratori, i servizi di pulizia generale di edifici, le piccole manutenzioni edili e di falegnameria, imbiancatura, le attività di imballaggio e confezionamento per conto terzi, la fornitura di pasti preparati e altri servizi di ristorazione, il catering per eventi, la ristorazione, il servizio di distribuzione pasti nelle scuole con relativa pulizia delle attrezzature e lavaggio stoviglie, la gestione di bar e altri esercizi simili senza cucina.
Come valutate il ruolo del CSR per promuovere le coop associate?
Le comunicazioni attraverso il proprio sito Internet, la newsletter elettronica dedicata, la comunicazione specifica fatta ai media di settore, ai quotidiani locali e regionali rappresentano un’opportunità per generare una serie di iniziative che rendono merito al valore della cooperazione sociale di tipo B e dell’importanza che essa assume nel mondo del lavoro. C.S.R. e le oltre 40 cooperative socie sono complementari in questa attività in quanto promuovendosi a vicenda, valorizzano in maniera specifica e determinante il loro lavoro e la loro funzione sociale all’interno delle varie comunità.
16 dicembre 2018