I volti del nuovo CDA del CSR: intervista a Marco Berlini, Responsabile commerciale della cooperativa Nel Blu
“Fusione Nel Blu – L’Olmo valore aggiunto per il territorio; affidamenti diretti: fine di un’epoca”
Intervista a Marco Berlini, 32 anni, Responsabile commerciale della Cooperativa Nel Blu, attiva, fra gli altri, nei settori delle pulizie e dell’igiene ambientale. Berlini dalla primavera 2014 siede nel nuovo CDA del Consorzio Sociale Romagnolo.
A che età e per quale ragione ha iniziato a lavorare nella cooperazione sociale?
Ho iniziato ad interessarmi di cooperazione sociale nel 2006, perché a Cattolica stava nascendo un progetto di ‘salvataggio’ della storica cooperativa ‘Coopass Multiservizi’, che poi è diventata ‘Nel Blu’. Ho fatto un anno come collaboratore esterno, poi sono stato assunto come apprendista nel settembre 2007.
Abbiamo già parlato di Nel Blu sulle pagine di questa newsletter: cosa è successo dal 2013 ad oggi?
Un passaggio fondamentale è stato fatto nel 2013 quando, insieme alla Cooperativa Ecoservizi L’Olmo abbiamo iniziato a pensare di fonderci in un’unica realtà, cosa resa possibile dai nuovi contratti di rete. La fusione dovrebbe concretizzarsi entro fine 2015. Molti sforzi di questi anni sono stati fatti quindi in funzione di questo percorso, per delineare poi la nuova struttura operativa che sta per sorgere. Oltre a questo, nonostante il periodo di crisi, la cooperativa ha mantenuto il proprio fatturato, crescendo anzi in alcuni servizi come l’igiene ambientale.
A proposito della fusione L’Olmo-Nel Blu: per quale ragione avete deciso questo passo?
Ce lo ha chiesto il mercato: ci vogliono spalle robuste per affrontare il mondo del lavoro in questo momento. Due realtà come la nostra e quella di Olmo, molto complementari per diversi aspetti – amministrativo, commerciale, operativo – era naturale confluissero in un’unica cooperativa, anche per il fatto di poter ridurre i costi in un momento dove è fondamentale fare fare economie di scala.
Rapporto con la pubblica amministrazione: è finita l’epoca degli affidamenti diretti?
Io credo che l’affidamento diretto sia definitivamente morto e sepolto: non c’è più spazio per ragionare con la PA su questo tema. L’unico ambito che resta è quello delle procedure riservate alle cooperative sociali, che per fortuna esistono ancora, anche se per i nostri servizi è facile sforare la soglia – 200mila euro annui circa di fatturato – e quindi essere poi costretti a partecipare a bandi europei ad evidenza pubblica, aperti a qualsiasi impresa.
Dall’ultima tornata ‘elettorale’ che ha visto il rinnovo degli organi del Consorzio Sociale Romagnolo nella primavera 2014, Lei è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione del CSR: come si trova?
Il CSR è un referente importante per il nostro lavoro. È uno dei pochi consorzi unitari: in quanto amministratore di un altro consorzio aderente alla sola Legacoop, riesco a percepire come a Rimini sia stato fatto un lavoro eccezionale. Se oggi si parla di ACI, noi siamo l’espressione dell’ACI: un esempio molto positivo. Siamo citati come esempio anche fuori Rimini: il Consorzio Sociale Romagnolo ha comunque sicuramente dei margini di miglioramento: penso a politiche commerciali di sviluppo, per uscire dagli schemi tradizionali, innovando servizi o dando spunto alle proprie associate per entrare in settori dove ancora non ci siamo e dove possiamo essere innovativi.
CSR in Area Vasta: con l’ingresso di tante nuove coop di area Vasta il CSR diventa ‘davvero’ Romagnolo: cosa ne pensa?
Era una cosa che mi aspettavo. Il fatto che siano state le cooperative dell’area vasta a cercare il Consorzio fa capire il ‘peso’ e le capacità che il CSR ha. Sicuramente è un bel trampolino di lancio, un buon punto di partenza per allargare i confini.
Che futuro vede per la cooperazione sociale e per questa nuova realtà che nasce?
Il futuro sicuramente non è roseo, per tutte le difficoltà cui ho accennato; ora stiamo allacciando rapporti con realtà più importanti di noi, sperando che queste ci diano la possibilità di crescere. Questa fusione fra Nel Blu e L’Olmo deve essere un valore aggiunto anche per il territorio, perché sarà una realtà che abbraccia tutto il territorio dalla Valconca a Cattolica a Rimini e oltre. Confidiamo che altri si possano unire a questa nuova realtà in futuro, e spero che a livello locale questo sforzo sia compreso.