I nuovi volti del Cda del CSR. Ermes Battistini: `Svolto un ruolo importante. Ora dobbiamo essere bravi a non fermarci’

Da poco tagliato il traguardo dei 40 anni, metà dei quali trascorsi nel mondo della cooperazione sociale. Ermes Battistini è al suo secondo mandato all’interno del Cda del CSR, espresso dalla Cooperativa La Formica. Una realtà nella quale ha mosso i primi passi da operaio, diventando in seguito responsabile e quindi direttore. Attualmente è direttore commerciale della cooperativa, ed è stato designato dalla stessa coop, oltre che come membro del Cda, anche del Comitato Esecutivo del CSR.

Battistini, la sua è una ‘rielezione’ nel Cda: le fa piacere?

Anzitutto sono contento della rielezione, perchè in prima battuta è per me una gratificazione personale: se CSR, per volume d’affari e numero di soci, è fonte di tante situazioni da risolvere, è anche ugualmente promotore di tante sfide quotidiane da cogliere, o che cerchiamo di cogliere, per i nostri soci.

Tra il primo e secondo mandato nel Cda del CSR, quali differenze nota?

Il bilancio del primo mandato lo reputo positivo, principalmente per due aspetti: il primo è stato l’allargare la compagine sociale all’area Romagna. Penso infatti che in questo momento storico di cambiamenti per la cooperazione sociale, sia importante condividere e unirsi per non sentirsi soli. Un altro aspetto è la definizione del nuovo regolamento interno: non tanto per le regole che ci siamo dati – alcune potrebbero ancora necessitare di modifiche – ma per lo spirito con cui l’abbiamo costruito, cioè insieme a tutti i soci, condividendo, ‘sgridando’ e trovando una mediazione che andasse bene a tutti. E questo penso che sia un buono metodo che ci permette di avere delle buone basi per il futuro.

Cosa è cambiato oggi nel CSR rispetto a quattro anni fa?

A differenza di alcuni anni fa le cooperative sono aumentate in seguito all’allargamento all’area vasta della Romagna – sono entrate infatti diverse coop di Forlì-Cesena e Ravenna, ndr – ma il cambiamento più importante penso che sia stato la riduzione della prassi dell’affidamento diretto. Un cambiamento radicale, che ha coinvolto anche le strutture delle nostre cooperative associate, per poter vedere assegnati lavori che venivano gestiti anche in passato, non più con un affidamento, ma magari attraverso una gara di appalto.

Come valuta il ruolo del CSR a livello istituzionale?

A livello istituzionale il CSR è ben visto, grazie alla partecipazione ad alcune iniziative e soprattutto grazie all’aspetto sociale che giornalmente svolgono le cooperative socie e ai numeri che in questi anni è stato bravo a raggiungere.

Come valuta il lavoro che il CSR sta facendo per le cooperative associate?

Il CSR “è” le cooperative sociali associate: il lavoro svolto fino ad oggi a favore e supporto delle cooperative penso sia stato positivo, supportato anche dai numeri, dove si riscontra una crescita costante e importante del consorzio sin dai primi anni di attività.

Cosa ne pensa dell’allargamento all’Area Vasta e l’ingresso di tante nuove cooperative?

E’ sicuramente un fatto positivo: l’unione fa la forza; ma dobbiamo anche avere presente che più teste comportano una difficoltà maggiore nel ritrovarsi e riunirsi, con la consapevolezza però che il risultato finale sarà molto migliore di prima.

Come ‘sta’ la cooperazione sociale in questa fase?

La cooperazione secondo il mio punto di vista, si trova in un momento storico: in questi ultimi anni è cresciuta in modo importante, a differenza del “resto del mondo”, ma adesso dobbiamo essere bravi a consolidarci e a non fermarci, prestando attenzione di non perdere di vista lo scopo sociale, ma contestualmente aggiornarsi per stare al passo con i tempi.

3 marzo 2018


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