I nuovi membri del Cda del CSR. Giulia Galassi, CILS: “Cooperazione, pietra preziosa per la società”
Una vita vissuta letteralmente dentro il sociale, poi la Laurea in Economia Aziendale e la scelta di impegnarsi professionalmente dentro la cooperazione sociale. Lo scorso giugno 2021 Maria Giulia Galassi, responsabile ufficio marketing e segreteria di presidenza di CILS Cesena, è entrata per la prima volta nel Cda del CSR. La conosciamo in questa intervista.
Maria Giulia Galassi, lei ha letteralmente mosso i primi passi della sua vita dentro una realtà sociale. Ci racconta come?
Quando avevo un anno la mia famiglia ha dato vita alla prima Casa Famiglia della CILS (oggi diventata Centro socio residenziale riabilitativo): abbiamo cioè fatto famiglia per chi non ne aveva, per persone con disabilità rimaste orfane. Vivevamo in questa casa di campagna, mio padre, mia madre e noi quattro figli. Poi tanti fratelli e sorelle con disabilità. Ne sono uscita a 26 anni, quando mi sono sposata. Il sociale è stato il mio imprinting.
Qual è stato il suo percorso formativo?
Ho preso la laurea triennale in Economia Aziendale, poi la Magistrale sempre in Economia Aziendale, ramo Pubblica Amministrazione. Ho lavorato per diverse aziende profit, ma ho capito subito che non era il mio mondo. Io volevo stare in un universo di valori.
L’ingresso nella cooperazione sociale?
Nel 2013 cercavano in CILS una figura professionale che rispecchiava le mie caratteristiche, qualcuno che supportasse il responsabile amministrativo. La cooperativa era cresciuta tanto e aveva bisogno di nuovi lavoratori qualificati.
È stato un ritorno a casa, o qualcosa di nuovo?
Se prima conoscevo l’aspetto sociale della CILS, ora entravo in un mondo forse più freddo, fatto di numeri, ma ugualmente decisivo. In seguito sono entrata nell’ufficio gare e appalti che mi ha permesso di ampliare la mia formazione in un periodo difficile, il 2016, quando era entrato in vigore il nuovo codice degli appalti.
Avete anche aperto un ufficio dedicato alla comunicazione.
Nel 2019 si era avvertita la necessità di creare un ufficio comunicazione e marketing. La cooperativa era ormai diventata importante per il territorio e aveva deciso di intraprendere anche questa sfida: l’hanno proposta a me perché conoscevo bene tutti gli ambiti della CILS. Oggi invece sono responsabile dell’Ufficio marketing e Comunicazione e mi occupo anche della Segreteria di presidenza.
Quali sono le principali caratteristiche della CILS?
CILS è una cooperativa mista, cioè di tipo A e B. Abbiamo una parte socio assistenziale e seguiamo anche l’inserimento lavorativo. La mission è quella di tutte le cooperative sociali di tipo B: favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità e svantaggiate, aiutandole a trovare un impiego che sia stabile, dignitoso, retribuito.
I principali servizi?
Oggi si sono ampliati: litografia, stampa prestampa grafica; pulizie, che è il core business; servizi ambientali; manutenzione cassonetti; servizi cimiteriali; ci occupiamo di portierato e front office; assemblaggio; vendita di piante e fiori; e servizi per la ristorazione.
Dove?
Abbiamo aperto Welldone CILS Social Food, un ristorante in centro a Cesena: nasce come hamburgheria gourmet ma produciamo anche pasta fresca, sfoglia fatta a mano e abbiamo un menù che segue la stagionalità dei prodotti. È aperto tutti i giorni, dalla colazione a cena. Al momento vi abbiamo inserito sei ragazzi con diverse mansioni: camerieri, aiuto cuoco, barista.
La parte assitenziale della cooperativa invece dove si esprime?
CILS è responsabile di due strutture residenziali: il CSRR Fabio Abbondanza, la prima comunità nata, con 14 ospiti; e il CSRR Renzo Navacchia, con 10 ospiti. Quindi i gruppi appartamento Sole e Luna, con 12 ospiti; la comunità alloggio Renzo Navacchia 2, con 11 ospiti e i gruppi appartamento William Matassoni 1 e 2, con 7 ospiti. Nel Centro diurno Ginkgo invece seguiamo disabilità acquisite. E, infine, due CSO che si chiamano Calicantus, con 13 ospiti, e La barca, 22 ospiti.
Come si è chiuso il 2020 dal punto di vista del fatturato e come commenta questo risultato?
Al 31 dicembre 2020 il nostro organico ha raggiunto le 444 unità: 70 dipendenti sono disabili e il 44% degli associati sono soci lavoratori. Dal punto di vista del fatturato, abbiamo chiuso con un passivo di circa 257mila Euro. Il 2020 è stato un anno impegnativo, come per tutti: se il risultato economico è negativo, i risultati occupazionali e sociali sono invece stati soddisfacenti e in linea con gli altri anni. Non abbiamo perso nessun lavoro, tranne un appalto di pulizia e sorveglianza nelle scuole, perché è stato internalizzato.
Nessun posto di lavoro perso, un risultato soddisfacente: forse nessuna o poche aziende ‘profit’ avrebbero potuto commentare così i valori del bilancio 2020.
È la peculiarità della cooperazione sociale, il nostro valore aggiunto. Non guardiamo solo al mero margine economico, ma anche all’occupazione, alla qualità della vita dei nostri dipendenti. Abbiamo commesse con un margine che ci permettono di mantenere commesse in perdita grazie alle quali riusciamo a fare inserimenti lavorativi.
Come è cambiata CILS in questi ultimi dieci anni?
Siamo sempre impegnati a perseguire la nostra mission: ci sono progetti non andati come volevamo, altri nati e cresciuti positivamente, ci sono situazioni mutate ma è la cooperazione sociale in generale ad essere cambiata.
In che senso vede questo ‘cambiamento’?
Fino a pochi anni fa a livello territoriale c’era più ‘tutela’ di queste realtà: oggi invece ci dobbiamo confrontare con il mercato. Siamo pietre preziose ma abbiamo bisogno di darci da fare, rimboccarci le maniche. Dobbiamo rivolgerci sempre di più all’ente pubblico in un’ottica di coprogettazione e coprogrammazione, promuovere un’economia inclusiva, forme di partenariato pubblico-privato come sviluppo di innovazione sociale. A mio parere in questi anni abbiamo sempre di più il dovere di raccontare all’ente pubblico chi siamo e quali sono i progetti che abbiamo.
Raccontare l’impatto della cooperazione sociale sul territorio è stato l’obiettivo del progetto realizzato con AICCON.
Nel 2019 abbiamo realizzato con AICCON il primo social impact report: ho coordinato il progetto per conto della cooperativa. Questo progetto ha dato vita ad un momento di condivisione diretta con il territorio: solo quando ci confrontiamo tra di noi, con le istituzioni, gli enti, ci rendiamo conto che il lavoro che facciamo, sebbene silenzioso, è molto importante.
Come ha conosciuto il CSR e come lo valuta?
Conosco il CSR da quando CILS è entrata a farne parte, ma soprattutto da quando è nato il nostro ufficio interno appalti e gare. Con il CSR condividiamo appieno i valori ed è uno strumento in cui crediamo molto (CILS aderisce anche ad altri consorzi). È fondamentale lavorare assieme, come gruppo coeso che condivide stessa missione: dobbiamo potenziare la cooperazione sociale e il confronto è importante.
Che contributo può dare al CSR ora che fa parte del suo Cda?
In primis sono molto contenta e orgogliosa: penso di essere la più giovane, forse quella con meno esperienza, e vi entro con un po’ di timore e rispetto, ma sono sicura che sarà un periodo di crescita importante, perché i valori in cui crediamo ci accomunano. Sarà un lavoro di servizio e porterò al CSR la mia esperienza e professionalità.
Che cosa le dà particolarmente piacere nel suo lavoro?
È lo scopo sociale quello che mi fa andare in ufficio tutti i giorni. Sapere che diamo lavoro a persone con disabilità e svantaggiate, che sono valorizzati, che sono remunerati, apprezzati. Sono miei colleghi. Tutti Diversi ma uguali. Il mio obiettivo sarà sempre questo.
18 agosto 2021