Coop Il Mandorlo. Durante il lockdown una sorpresa la risposta degli svantaggiati
Il presidente Luana Grilli: “Non ci siamo mai fermati per permettere agli altri di ripartire col piede giusto”
Nata nel 1995, la Cooperativa Sociale Il Mandorlo in questo particolare anno che è il 2020 sta festeggiando i 25 anni di attività, finalizzata all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Oggi conta 170 dipendenti di cui oltre il 40% svantaggiati (età media 40 anni). Quattro i settori nei quali è impegnata: igiene ambientale (raccolta rifiuti di tutte le tipologie), manutenzione del verde e potature, pulizie aziendali e gestione di un’agenzia viaggi. A soffrire di più, durante il lockdown, proprio quest’ultima realtà. Inizia da qui, dalla stretta attualità della pandemia, l’intervista con Luana Grilli, presidente della cooperativa cesenate associata al CSR Consorzio Sociale Romagnolo.
Presidente Grilli, che impatto ha avuto il Covid-19 sull’agenzia viaggi de Il Mandorlo?
Il settore è rimasto del tutto fermo. Oggi l’agenzia viaggi di nuovo aperta ma al momento non può certo muoversi come prima: non c’è molto lavoro. Durante il lockdown abbiamo dato molte informazioni ai nostri clienti, abbiamo per esempio riportato a casa persone che erano in viaggio. Stiamo ora riorganizzando l’agenzia su nuove modalità di lavoro per capire come operare in situazioni come queste, facendo da coach alle nostre operatrici per motivarle nel cambiamento.
Come hanno vissuto i vostri operatori il passaggio dalla ‘Fase 1’ alla ‘Fase 2’?
Per noi non c’è mai stata la ‘Fase 1″: nessun servizio si è interrotto, al massimo abbiamo avuto una riduzione parziale del lavoro nel periodo da metà marzo ad aprile. Per il resto abbiamo sempre lavorato e, anzi ci siamo dovuti riorganizzare per sviluppare competenze aggiuntive. Abbiamo mantenuto i contatti con tutti, gestito un ritmo di lavoro molto alto, cercando di dare massima rassicurazione ai nostri operatori.
Gli altri servizi che ripercussioni hanno avuto?
Nel mese di marzo abbiamo avuto una sensibile riduzione nel settore delle pulizie: molte aziende erano chiuse. In contemporanea alcune hanno avviato invece la richiesta di servizi più specialistici per i quali eravamo già in parte pronti e attrezzati. Già da maggio invece sul verde avevamo ripreso l’attività, un po’ meno lo spazzamento. Al di là di questo, le operatrici e gli operatori del Mandorlo sono stati in prima linea per garantire ai cittadini servizi essenziali, dalla raccolta differenziata alle pulizie di ambulatori, supermercati e di tutte le attività rimaste aperte anche al culmine dell’emergenza.
Che misure economiche avete attivato durante il lockdown?
A marzo abbiamo dato fondo alle ferie del 2019, anticipando la cassa integrazione per i mesi di aprile e maggio. Abbiamo poi aperto un’assicurazione “Emergenza Covid” per tutti i nostri dipendenti: l’ho fatto perché in caso di contagi – cosa non avvenuta, per fortuna – ci sarebbe stata tutela ulteriore. Il 23 maggio infine abbiamo chiuso la cassa integrazione.
Come avete gestito le fragilità dei vostri operatori?
Grazie alla collaborazione competente tra ufficio personale, lavoratori, psicologi sapevamo chi poteva lavorare e chi invece era importante mettere a riposo: siamo abituati a cogliere le sfumature, i dettagli. I ‘fragili’ fisicamente abbiamo dovuto tutelarli subito per paura del contagio: il 9 marzo eravamo già attivi con le ferie.
Cosa vi ha colpito di più in questo tempo speciale, drammatico e unico al tempo stesso?
Normodotati e svantaggiati hanno reagito in modo diverso. Come cooperativa sociale di tipo B inseriamo soprattutto disabili psichiatrici o ex tossicodipendenti: gli svantaggiati sono stati di ispirazione per tutti noi. Le persone più fragili, a cui eravamo chiamati a fare sostegno, sono state presenti forse anche di più dei normododati. Non c’è stata nessuna defezione tra chi ha continuato a lavorare.
Che spiegazione si è data?
Forse i normodotati erano abituati a muoversi liberamente, mentre gli svantaggiati a convivere con dei limiti: per questo hanno vissuto questo tempo di isolamento, di limitazione della loro libertà, meglio di quelli che ci hanno dovuto fare i conti per la prima volta. Gli svantaggiati non si sono tirati indietro. Sono stati straordinari. Ci siamo anzi ritrovati a dare ad uno di loro un aumento di salario, perché non solo aveva fatto il suo dovere, ma anche di più.
Cosa vi ha insegnato ancora il tempo della pandemia?
Il Covid-19 ci ha costretto anche a ragionare su cosa non funzionasse all’interno della cooperativa. Il comitato di coordinatori dei vari servizi si è confrontato molto per snellire i processi e riorganizzare le modalità di lavoro.
L’impressione è che foste preparati alla pandemia pur senza saperlo. È d’accordo?
L’esperienza e la competenza della cooperazione sociale di tipo B nell’inserimento lavorativo sono state utilissime. In termini di affaticamento, paure, malattie, non ci sono stati dei ‘picchi’. Non abbiamo avuto forme di disagio particolari, isteria, abbandono: questo significa che le persone seguite da Il Mandorlo erano seguite bene.
In conclusione, una curiosità. Tra i servizi speciali di pulizia che vi hanno richiesto durante la pandemia, proprio recentemente per la prima volta avete sanificato gli impianti sportivi dell’Orogel Stadium Manuzzi di Cesena, per la finale di Coppa Italia Lega Pro 2020 tra Ternana e Juventus under 23 che si è tenuta sabato 27 giugno. Ci racconta come è andata?
Sono state due giornate di lavoro molto piene e abbiamo coinvolto dieci persone, di cui tre appartenenti a categorie svantaggiate. Il Mandorlo ha sanificato sia gli spazi dell’Orogel Stadium che quelli del Centro Sportivo Martorano, dove gli under della Juventus si sono preparati alla finale. L’intervento è avvenuto secondo la meticolosa prassi affinata dal Mandorlo in questi mesi per far fronte all’emergenza Covid: pulizia e disinfezione di tutte le superfici, in particolare dei punti di contatto, con prodotti certificati presidio medico chirurgico, e disinfezione a tappeto con nebulizzazione di prodotti specifici. Un’azione a 360° per garantire il massimo livello di sicurezza a tutti i partecipanti.
Il vostro rapporto con calcio non è invece recente, anzi…
Da sempre Il Mandorlo sostiene il calcio a Cesena, anche per legami familiari e affettivi; il padre del direttore Luca, Vittorio Casali, è stato accompagnatore della squadra durante gli anni d’oro, dal 1961 al 1999, quando organizzava ritiri e trasferte e si prendeva cura dei rapporti tra società, squadra e tifosi.
29 giugno 2020