Comes: ha compiuto 40 anni la cooperativa sociale di Marradi
Lo scorso giovedì 1 dicembre 2022 al teatro degli Animosi di Marradi (FI) oltre 180 persone hanno partecipato al convegno “Chiamati a camminare insieme” dove si è fatto il punto sul “modello Comes”: una realtà che, cominciata con la comunità di Sasso nel 1980, si è sviluppata generando tre cooperative ‘sorelle’ – Comes nel 1982, Comil nel 1994 (associata al CSR-Consorzio Sociale Romagnolo), Agricomes nel 2011 – oltre alla Fondazione Goffredo Nannini nel 1998.
Ripercorriamo con Angelo Filipponi – da 30 anni coinvolto a vari livelli nelle attività di Comes, oggi direttore di tutte e tre le cooperative – le tappe salienti di questa vicenda straordinaria. “Per me è stata una scelta di vita – racconta Filipponi – perché in tutti i miei percorsi professionali precedenti avevo sempre profuso energie senza risparmiarmi ma sentivo il bisogno di impegnarmi in una realtà che non avesse come fine il profitto, ma il sociale”.
Come ebbe inizio il tutto?
Era il 4 ottobre 1980, la festa di San Francesco. Un gruppo di quattro giovani, nemmeno ventenni, guidati da don Nilo Nannini, all’epoca 49enne, si stabilirono nel vecchio podere abbandonato di ‘Sasso’, ristrutturandone l’edificio, ripristinandone i terreni e creando i presupposti per uno spazio aperto all’accoglienza e al dialogo. Doveva essere un’esperienza di 12/24 mesi, invece mano a mano si sono affacciate persone che avevano bisogno di aiuto perché affette da dipendenza da sostanze e da fragilità psicologiche e che poi sono rimaste con noi. Eravamo tutti volontari, ma don Nilo diceva che servivano strumenti per poter svolgere quel genere di servizio. Non ha pensato ad una ‘associazione’, ma allo strumento cooperativo.
La prima a nascere è Comes.
È il 1982, è una cooperativa di tipo A, con la quale poi avremmo progettato in accordo coi Comuni di riferimento dell’alto Mugello servizi all’infanzia, nidi, educazione scolastica domiciliare, nonché solo in Marradi RSA per anziani. Oggi abbiamo anche un centro diurno per disabili e un appartamento ‘Dopo di noi’.
Poi arriva la cooperativa di tipo B Comil, cioè Comes per l’Inserimento Lavorativo.
È una realtà che abbiamo pensato nel 1994 per i ragazzi della comunità di Sasso Montegianni che, terminato il percorso, inevitabilmernte portavano con sé il ‘marchio’ della tossicodipendenza e dell’HIV. Trovare lavoro era impossibile; quindi abbiamo deciso di provarci noi. Nel 1996 a Faenza la USL aveva messo a bando i servizi di manutenzione del verde e di pulizia del parcheggio dell’ospedale di Faenza, Castelbolognese, Brisighella, riservandolo alla cooperazione sociale. Abbiamo partecipato e vinto. Fu il primo passo.
Agricomes è del 2011.
È una società cooperativa sociale agricola e di allevamento biologico. Nasce perché l’attività di lavoro all’aperto come quello dei campi e il contatto con gli animali come l’allevamento, sono funzionali alla comunità di Sasso Montegianni perché la dipendenza da sostanze porta a chiudersi e pensare nel modo più sbagliato unicamente a sé, scordando ogni tipo di relazione e impegno, “raccontandosela” ogni giorno e mentendo a sé e agli altri, mentre il lavoro e il dovere confrontarsi con gli altri, “metodo ergoterapico”, rappresenta una formidabile “cartina di tornasole”.
Sono trascorsi 40 anni: un’occasione per festeggiare un traguardo importante.
Il convegno “Chiamati a camminare insieme” non ha avuto un intento autocelebrativo. L’obiettivo era riflettere su come siamo arrivati qui. Abbiamo chiesto a chi abbiamo invitato di aiutarci a capire come potremo interpretare la nostra mission cooperativa negli anni a venire.
Lo scorso 1 dicembre sono infatti intervenuti, fra gli altri, Àlen Loreti, curatore editoriale; Federico Melchionna, vincitore della borsa di ricerca indetta da Comes in collaborazione con il Corso di Laurea Magistrale in Management dell’Economia Sociale dell’Unibo e AICCON; Felice Scalvini, fondatore e primo presidente di Federsolidarietà; Luca Raffaele, direttore generale di NeXt-Nuova Economia per Tutti; Gianfranco Marocchi della rivista Impresa Sociale e vicedirettore di welforum.it.
Melchionna ha presentato la ricerca – realizzata in collaborazione con la coordinatrice del Master, Professoressa Barbara Petracci e Maurizio Marano, docente Unibo, che lo ha affiancato – nel quale ha confrontato l’evoluzione dei nostri bilanci e le ricadute sul territorio, mettendo in parallelo quello che è accaduto in Italia negli ultimi 40 anni. Rivelando alla platea le specificità del ‘modello Comes’.
Cosa raccontano i dati?
Alcuni aspetti sorprendenti: l’alta capacità di accogliere volontari è il primo indicatore di quanto una cooperativa o un’istituzione sociale stia operando bene. Poi c’è l’equità della rappresentanza di genere, espressa nel CdA, che va in controtendenza rispetto alle abitudini maschiliste del mondo aziendale italiano. Infine un indicatore economico preciso, la quantità di debito in confronto al margine operativo lordo, cioè la reddittività, e qui ci sono valori che raccontano una capacità manageriale di livello. Nel caso di Comil, ad esempio, la percentuale di lavoratori svantaggiati è sempre superiore al limite minimo del 30% imposto dalla legge.
Un desiderio per il futuro?
“Che l’ispirazione che ha guidato la nascita della nostra cooperativa possa restare quella originale”.
22 dicembre 2022