Cento Fiori: dopo l’anno del rilancio, occhi puntati sull’apertura dell’ex vivaio Fabbri
Monica Ciavatta, Presidente della Cooperativa Cento Fiori, è stata confermata nel Cda del CSR nelle recenti elezioni che hanno portato Gilberto Vittori e Carlo Urbinati a ricoprire, rispettivamente, i ruoli di Presidente e Vice Presidente.
Monica Ciavatta, come è stato il 2014 per la Cooperativa Cento Fiori?
È stato l’anno del rilancio, dopo un difficile 2013. Nel 2012 avevamo avvertito i primi segnali di allarme insieme ad un calo di ‘tensione’ nel lavoro, che ci hanno spinto a riprogrammare il lavoro e ‘seminare’. Per questo il 2013 è stato un anno particolarmente faticoso, abbiamo chiuso in perdita, comunque sostenibile per la cooperativa considerando le riserve accantonate negli anni precedenti, ma ugualmente di ripartenza: già le iniziative intraprese accanto ad una nuova e migliore gestione delle risorse, avevano posto le basi per il recupero che, infatti, nel 2014 c’è stato, con una chiusura di bilancio nuovamente positiva.
Voi siete una cooperativa ‘mista’, di tipo A e di tipo B: quali delle due anime ha sofferto di più?
Ci siamo concentrati, nella ristrutturazione della cooperativa, sul tipo A, quella inerente i servizi alla persona, e abbiamo portato correzioni anche nella parte relativa agli inserimenti lavorativi di tipo B. Nelle attività di socio assistenziali abbiamo ottenuto grandi risultati, mentre sull’inserimento lavorativo di personale “svantaggiato” siamo ancora un po’ in sofferenza. Per il tipo A abbiamo in gestione strutture per persone con problemi di dipendenze varie: due centri di osservazione e diagnosi, una comunità terapeutica, un centro diurno e diversi appartamenti. Tutte le strutture ad oggi sono quasi interamente piene ed accreditate, ed è un buon risultato visti anche i tagli della sanità che ci hanno in parte interessato.
Come avete fatto ad invertire la rotta?
Abbiamo messo in risalto le nostre specificità: il servizio sanitario ci ha sempre considerato degli interlocutori affidabili e il nostro modo di lavorare ha parlato per noi. Il SERT stesso riconosce la nostra professionalità e ci ha fatto diverse richiesto di ingresso.
Progetti nuovi?
Per quanto concerne la parte A della nostra cooperativa, al momento stiamo portando avanti con successo il lavoro intrapreso avviando anche alcuni progetti sperimentali con il Servizio di Salute mentale, mentre sulla parte B abbiamo in dirittura di arrivo un importante progetto, realizzato con il Comune di Rimini attraverso il CSR e in collaborazione con la Cooperativa Sociale Punto Verde, che vedrà con la riqualificazione e riapertura dell’ex Vivaio Fabbri. Un’iniziativa, ripeto, nata nell’anno della crisi, ma che viene a compimento oggi: una dimostrazione che anche nelle difficoltà si può continuare ad investire, a progettare, a credere nel lavoro e a realizzare progetti di utilità sociale.
Una crisi salutare quindi?
Direi proprio di sì. Lo abbiamo dimostrato quest’anno, nel 2014, ribaltando il risultato negativo del 2013: chiuderemo infatti il bilancio addirittura con un piccolo utile.
Una panoramica sullo stato dell’arte delle vostre attività?
Per la parte A, abbiamo intavolato rapporti nuovi con SERT anche extraterritoriali. Per la parte B la gestione del canile, del centro stampa, del lungoporto e del bikesharing sono attività in evoluzione. Per esempio, la gestione del canile e del lungoporto scadono a metà 2015, ma confidiamo di poter rinnovare. In canile ad esempio qualche anno fa c’erano 60 cani, oggi ne abbiamo solo 15, proprio grazie alla buona gestione e al successo delle politiche di affido. Abbiamo fatto con gli Enti Locali e le Associazioni animaliste un ottimo lavoro: ora più che altro arrivano cani smarriti o cani che restano poco e poi vengono riaffidati. C’è stata senza dubbio una crescita di sensibilità nelle persone rispetto al tema dell’abbandono degli animali, fermo restando alla nostra particolare esperienza.
Con pochi cani però avrete anche difficoltà dal punto di vista economico?
È chiaro che più cani significano più lavoro, ma nel 2014 chiuderemo il bilancio comunque a pareggio. Nel 2015 invece apriremo un ambulatorio veterinario e questo dovrebbe garantire nuove entrate.
Come sta andando invece il Centro Stampa?
Il Centro stampa risente un po’ della crisi generale: basti penare che noi siamo fornitori per SCM dei libretti delle istruzioni, che stampiamo noi. Potete immaginare come la contrazione dell’attività abbia avuto ripercussioni anche su di noi. Abbiamo comunque aumentato la clientela privata ed investito su nuovi macchinari, uscendo dall’ottica del noleggio per diventare noi stessi proprietari dei nostri mezzi. Abbiamo investito per esempio in una nuova macchina che stampa grandi formati su forex.
Il rapporto con il CSR?
Il Consorzio Sociale Romagnolo per noi è sempre il punto di riferimento per il tipo B: ogni bando passa infatti attraverso il CSR ed è una scelta importante, ragionata e fruttuosa, perchè noi siamo una piccola cooperativa di tipo B e abbiamo bisogno di un partner forte sulle dinamiche commerciali. Se prima avevamo qualche commessa ‘fuori’ dal Consorzio, ora le abbiamo portate tutte dentro. Se non avessimo un partner come il CSR sarebbe difficile restare in piedi.
La cooperazione ha ricevuto recentemente un grosso danno di immagine dai cosiddetti ‘fatti di Roma’, che hanno visto un’indagine coinvolgere la cooperazione e la politica. Questa vicenda ha avuto ripercussioni anche sul vostro lavoro?
Per il momento non abbiamo commesse in scadenza: vedremo quando sarà ora di rinnovarle se ci saranno conseguenze o altro, ma non penso sinceramente. La nostra è una piccola cooperativa e i rapporti intercorsi fra noi, CSR, enti pubblici, clienti, sono ottimi: partnership di lunga data e la moralità stessa del CSR sono noti a tutti e sono la riposta a quello che è successo a Roma. Tra l’altro, a Roma, il 16-18 dicembre, all’assemblea nazionale di LegaCoop c’erano tantissimi politici di primo piano: penso sia stato un segnale importante della politica l’esserci stati. Hanno infatti preso parte al Congresso, fra gli altri: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio; Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Claudio De Vincenti, Viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico; Maurizio Lupi, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture; Sandro Gozi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega agli Affari Europei; Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e Finanze. Anche il Presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano, ha fatto arrivare un video messaggio augurale.
Si parla tanto del comma 610 della legge di stabilità che ha reintrodotto, dove una volta la PA poteva affidare direttamente commesse sotto soglia alle cooperative sociali, procedure di comparazione: un grave passo indietro, a detta di molti. Lei cosa ne pensa?
Per quanto concerne la nostra esperienza, devo dire che negli ultimi anni abbiamo ottenuto commesse lavorative sempre dietro a bandi e gare: altre cooperative, non la nostra, hanno beneficiato di questi affidamenti diretti. Credo che sia un meccanismo giusto per piccoli importi: per non sprecare tempo, energie. Ma il nemico numero uno in questa come in altre vicende resta la burocrazia. Capita di vincere una gara di appalto a gennaio e di dover attendere aprile per cominciare a lavorare. Questi sono i veri drammi: non ti lasciano lavorare neanche quando vinci e le lunghe attese mettono in ginocchio non tanto la nostra cooperativa, quanto magari la persona che sta aspettando di iniziare a lavorare e vive nell’ansia e nell’impossibilità di guadagnarsi da vivere. È vergognoso e lo affermo per esperienza diretta. La burocrazia ha costi umani, di tempo, economici assurdi.
Torniamo a Rimini: quando pensate di poter aprire l’ex Vivaio Fabbri?
I lavori da fare non sono molti, gli edifici vengono mantenuti: lavoreremo più che altro su impiantistica, sulla ristrutturazione dei bagni, recuperando il più possibile la struttura che è in buone condizioni. Attualmente stiamo più che altro lavorando ancora a livello burocratico.
Cosa diventerà questo spazio?
Lo gestirà la cooperativa Cento Fiori assieme con la Punto Verde: sarà nuovamente un vivaio, apriremo un piccolo bar. Inoltre stiamo pensando ad iniziative imprenditoriali che possano rilanciare la vitalità del parco.
Come sarà il 2015?
Confermo che abbiamo buone prospettive: chiuso il disavanzo maturato nel 2013, questi primi mesi confermano le previsioni. Sarà un anno molto positivo, ne siamo certi.