Cambia il Cda del CSR-Consorzio Sociale Romagnolo: ad Ermes Battistini subentra Pietro Borghini

Pietro Borghini: “Una sfida l’equilibrio tra le piccole e le grandi cooperative”. Ermes Battistini: “Il modello del CSR ha funzionato”

In occasione della riunione del Cda dell’ottobre 2018, il CSR-Consorzio Sociale Romagnolo ha accolto le dimissioni di Ermes Battistini, direttore della cooperativa La Formica, che era stato eletto durante l’Assemblea del 23 aprile 2014 ed era quindi rimasto in carica oltre quattro anni. Sempre la stessa cooperativa ha poi espresso come nuovo membro Pietro Borghini, attuale presidente della Formica, nonché a suo tempo già presidente del CSR. Un’occasione interessante per fare il punto di quattro anni di lavoro con Battistini e per accogliere Borghini.

Ermes Battistini

Battistini, quattro anni da Consigliere del CSR. Come valuta questa esperienza?
Sono stati 4 anni impegnativi e pieni di sfide che abbiamo affrontato. La prima sicuramente è quella di aver allargato il Consorzio in Area Vasta, progetto sicuramente necessario per affrontare nuovi traguardi, ma non semplicissimo per molteplici aspetti (es. esportare il “modello CSR” in altri territori dove nel passato si erano fatte esperienze analoghe ma meno fruttuose, gestire lavori con altri committenti, mantenendo una struttura leggere, come nella storia del Csr). Altro aspetto che ha impegnato molto la struttura, è stata la gestione delle gare: il numero è aumentato in modo importante rispetto al passato. Ha richiesto notevoli energie anche la stesura di un nuovo regolamento tra i soci che, a mio giudizio, è stato affrontato in modo corretto, richiedendo la partecipazione e il contributo di tutti i soci per arrivare al documento finale. Aggiungo un ringraziamento a tutti i componenti in Cda per la collaborazione ed il rapporto ‘sincero’ avuto nei mie confronti in questi anni.

Che valore ha per lei oggi il CSR rispetto al mondo della cooperazione sociale di tipo B?
Il valore del CSR oggi è molto importante. Oltre al volume di affari, vedo nel Consorzio un ambiente ‘sincero’ dove il CSR si affianca alle cooperative socie, e non si mette sopra di esse a dettare le regole, mettendosi a loro disposizione per trovare la soluzione migliore, mettendo al centro la cooperativa e non se stesso senza, allo stesso tempo, rinunciare ad un ruolo importante di supporto e consulenza nelle scelte da farsi. Nei prossimi anni il Consorzio si dovrà concentrare a mantenere l’equilibrio tra le proprie socie, che hanno aspettative in crescita ma a volte senza riscontro nel mercato del lavoro.

Quindici anni fa il suo ingresso nel mondo della cooperazione sociale: è cambiato tutto?
Io sono entrato nella cooperazione sociale quindici anni fa e ho visto nei primi anni una crescita importante: le cooperative hanno saputo adattarsi e gestire ogni occasione lavorativa che si presentava; poi è arrivata la crisi e quindi anche altre società hanno cominciato a guardare con interesse ai lavori gestiti dalla cooperazione sociale. Oggi la sfida e mantenere il proprio lavoro e cercare di scoprire altri settori dove possono essere fatti inserimenti lavorativi per le persone svantaggiate, in primis senza farci la guerra tra di noi, bensì alleandoci per cercare di vincere ogni battaglia che si presenta. Ecco penso che questo sia il grande valore del CSR verso il mondo della cooperazione, e guardando anche indietro… mi sento di dire che questo modello ha funzionato! Non bisogna pero abbassare l’attenzione: occorre chiedersi anche se lo stesso modello adottato fino ad oggi è ancora idoneo per affrontare le nuove sfide che questo mondo ci propone, considerando che i tempi cambiano in modo velocissimo e che chi non sta al passo rischia di essere tagliato fuori.

Qual è stato secondo lei il momento più importante, delicato, decisivo in questi anni di Cda?
Ci sono stati molti momenti importanti. Sicuramente un momento che rimarrà impresso nella mia mente è stata la non assegnazione della gara Hera riguardante i servizi di igiene ambientale di Ravenna nel 2016: in quel momento, anche se il Consorzio non era particolarmente coinvolto, c’è stata grande preoccupazione per le cooperative interessate e i propri soci. Si sono passati momenti particolarmente difficili.

Pietro Borghini

Pietro Borghini, presidente della Cooperativa Sociale La Formica, aveva lasciato la presidenza del CSR nel maggio del 2014, al termine del secondo mandato. Dopo quattro anni e mezzo il rientro in Cda. Con che spirito affronta questo nuovo incarico?
Con lo spirito che contraddistingue la mia persona e la nostra cooperativa sociale: con tutto l’impegno necessario per sostenere e implementare l’attività del Consorzio che negli ultimi quattro anni ha visto l’importante allargamento della base sociale: erano 25 cooperative nel 2014, oggi sono oltre 40. Un numero quasi doppio che comporta quindi un incremento della responsabilità del CSR nei loro confronti. I soggetti sono molti da seguire, e questa è una delle sfide che abbiamo di fronte. Vedo un CSR in salute, con un notevole incremento anche di fatturato.

Vede dei limiti nella crescita della compagine associativa del CSR?
Vedo piuttosto un discorso di organizzazione: possiamo anche arrivare a 100 cooperative e oltre. Ma il tema vero è: come seguire queste coop? Non c’è solo bisogno di lavoro, ma anche di scambio, confronto. Di un CSR che aiuti le cooperative a crescere anche dal punto di vista culturale. Dovremo essere bravi a soddisfare tutte le richieste dei soci.

Su quale scenario si sta muovendo oggi la cooperazione sociale, rispetto a quattro anni fa?
Tutti i lavori che svolgiamo sono ormai affidati esclusivamente tramite appalto, qualche anno fa invece resistevano delle nicchie di affidamento diretto. Oggi è tutto cambiato e dobbiamo lottare anche per rinnovare i servizi che svolgiamo, in quanto il mercato si è fatto molto competitivo.

Se guarda al futuro?
Dobbiamo essere attrezzati: le piccole cooperative sociale di tipo B faranno sempre più fatica a reggere il ‘passo dei tempi’, mentre le grandi si sono già strutturate o magari ci sono state delle fusioni. Ecco: un ruolo importante che il CSR potrebbe avere è quello di trovare e mantenere un equilibrio tra piccole cooperative e grandi cooperative, tra realtà famigliari, piccole, più vicine al territorio, e grandi realtà, che potremmo definire imprese sociali. Sarà una bella sfida.

Rispetto al tema delle fusioni, incorporazioni, aggregazioni di cooperative sociali, che ruolo potrebbe svolgere il CSR?
Fondere le cooperative non è facile. Il CSR deve essere elemento terzo nelle fusioni. Come avvenne in occasione della nascita del Consorzio di Via Portogallo, il CSR deve svolgere un ruolo di facilitatore delle relazioni tra coop. Poi ciascuna cooperativa dovrà costruire il suo percorso imprenditoriale, ma stando dentro al CSR dove è più facile incontrarsi, discutere.

20 dicembre 2018


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