C.I.S. Rubicone, un compleanno speciale per i 40 anni della cooperativa
Quarantanni all’insegna della stabilità e della solidità. Lo scorso 18 settembre 2022 la cooperativa C.I.S. Rubicone ha incontrato un centinaio di persone, tra soci, lavoratori e autorità, rappresentanti di Confcooperative, Confartigianato e CSR-Consorzio Sociale Romagnolo, per festeggiare insieme i 40 anni di attività della cooperativa. Con la presidente Simona Della Vittoria ripercorriamo la storia della cooperativa, con uno sguardo rivolto al futuro.
Presidente, avete festeggiato con un po’ di anticipo.
Sì, in effetti la data ufficiale del compleanno della cooperativa cade il 2 novembre, ma volevamo approfittare del clima ancora estivo per poter stare all’aperto, anche per attenzione alla situazione Covid.
Quali sono i tratti salienti della storia quarantennale di C.I.S.?
C.I.S. Rubicone nasce a Savignano sul Rubicone nel 1982 e si occupa di inserimento lavorativo di persone con disabilità e in condizione di svantaggio sociale e fragilità. In 40 anni di attività è diventata il punto di riferimento sul territorio per i servizi di pulizia e, più di recente, si è affacciata anche al settore dei servizi cimiteriali e aperto una piccola lavanderia industriale.
Come vive questo traguardo?
I 40 anni sono una tappa importante per la vita di una persona e credo che lo stesso si possa dire per una cooperativa. In questi quattro decenni siamo arrivati a una stabilità e una solidità della quale siamo orgogliosi; ora è tempo di dimostrare questa ‘maturità acquisita’. È una sfida non da poco e noi la vogliamo raccogliere, pur nella consapevolezza di essere nel bel mezzo di uno scenario complicato e incerto.
Il suo percorso professionale coincide quasi del tutto con quello della cooperativa.
Sì, festeggio i 32 anni in cooperativa. Sono arrivata nel momento in cui la cooperativa stava vivendo la transizione dai soci fondatori alla direzione di Paolo Arfelli. Avevo solo 20 anni e mi ero diplomata analista contabile. C.I.S. era una cooperativa molto piccola, avevamo forse una decina di dipendenti. Lo slancio dato da Arfelli ci ha consentito di riorganizzarci e crescere.
Dopo la contabilità si è occupata di risorse umane; quindi la direzione e, nel gennaio 2018, la presidenza di C.I.S.. In questo cambiamento di responsabilità, sta vivendo diversamente la cooperativa?
L’attenzione alla persona è sempre al centro del nostro lavoro. Crescendo però ti vengono chieste performance non da coop sociale e questo idealmente affatica. Non sempre infatti l’attenzione alla persona si sposa con i livelli di performance o le logiche dell’imprenditoria, anzi. Ma noi, ribadisco, manteniamo il focus sulla persona, sul valore dell’inserimento lavorativo.
Come sono cambiati i “bisogni” nei suoi trent’anni in cooperativa?
I bisogni sono cambiati, tantissimo. Prima davi una risposta quasi esclusivamente alle persone con disabilità; oggi invece stiamo affrontando di più il disagio sociale, economico; incontriamo anche molte donne sole, separate, in difficoltà.
Quanti sono i lavoratori?
Oggi la cooperativa dà lavoro a 83 persone di cui 29 con disabilità accertata e diverse altre con disagio sociale.
C’è lavoro per tutti?
Il lavoro c’è, e tanto! ma qui tocchiamo con mano uno dei paradossi della società attuale, nel momento in cui, a fronte di redditi di cittadinanza e bonus sociali, noi come tantissime altre realtà del settore, ci troviamo sotto organico e facciamo fatica a reperire personale. Stiamo continuamente rinunciando a dei contratti perché manca manodopera.
Parliamo proprio del contesto: due anni di pandemia e l’attuale crisi geopolitica. Cosa comporta questo concretamente per voi?
Con la contrazione dovuta al Covid in realtà abbiamo ampliato le attività come le pulizie; adesso però, proprio in virtù del miglioramento della situazione, questo settore sta vivendo una contrazione. La crisi geopolitica la stiamo misurando con le bollette: attività come la nostra lavanderia, ad esempio, ora sottodimensionata, potrebbe trovarsi in difficoltà di fronte all’aumento previsto delle utenze.
Ci sono nuove realtà a cui C.I.S. ha dato vita in quest’ultimo periodo?
Nel 2020, con l’apertura del ramo A, abbiamo dato vita al progetto C.I.S. a Casa, ossia un Gruppo Appartamento dove attualmente risiedono 4 persone con disabilità. È stato bellissimo essere riusciti a creare una situazione da ‘famiglia’ per aiutare delle persone rimaste sole, o perché la famiglia non poteva sostenerle, o perché non ce l’avevano più.
Uno sguardo al futuro?
Ci rimboccheremo le maniche per portare avanti con forza la nostra mission di sostegno alle persone più fragili. Ma desideriamo anche creare qualcosa, con spirito innovativo, che porti valore e dia risposte non solo alla cooperativa e alle persone che vi lavorano, ma anche a tutta la comunità che abbiamo intorno.
20 ottobre 2022