Borghini: “Per i 25 anni del Consorzio, più spazio alla rendicontazione sociale”
I volti del nuovo Cda del CSR: Pietro Borghini, presidente della cooperativa La Formica
Pietro Borghini, già presidente del CSR, torna nella compagine del Consiglio di Amministrazione attraverso le nuove nomine della scorsa estate. In questa intervista esclusiva, con Borghini facciamo il punto della situazione sulla vita della cooperazione sociale al tempo della pandemia, il ruolo del CSR e uno sguardo prossimo futuro con due importanti anniversari: i 25 anni di vita di CSR e Formica, nati entrambe nel 1996.
Pietro Borghini, in qualità di Presidente della Formica, come sta andando la situazione lavorativa in cooperativa
Durante il primo lockdown abbiamo avuto una riduzione importante dei servizi, ma grazie all’attivazione della cassa integrazione e dello smart working l’abbiamo superato con tranquillità. La raccolta differenziata con l’estate ha ripreso a pieno organico e abbiamo assunto diversi lavoratori stagionali, per completare i servizi.
Quali ambiti si sono ridotti maggiormente?
Le pulizie e le affissioni. Le pulizie non sono riprese molto – erano strutture con minori, residenziali: per ragioni di sicurezza non hanno riattivato i servizi.
Se dovesse tracciare un bilancio?
Abbiamo ripreso completamente i lavori. Non c’è stata nessuna riduzione significativa, abbiamo tenuto bene. Anche perché i nostri servizi sono considerati essenziali. L’igiene ambientale, lo spazzamento, anche se in forma ridotta, sono sempre rimasti attivi.
Come avete affrontato la crescente richiesta di sicurezza sul lavoro?
Molte delle specifiche di sicurezza venivano da noi osservate anche prima del lockdown. Abbiamo usato i DPI (dipositivi di protezione indivuduale): al cimitero le mascherine FFP2; nella raccolta differenziata, oltre all’igienizzazione, dall’inizio abbiamo dotato i nostri lavoratori di mascherina e kit per la pulizia delle mani, con spray a base alcolica. Sulla sicurezza abbiamo sempre lavorato moltissimo, e i nostri lavoratori sono molto attenti, grazie soprattutto alla certificazione di qualità OHSAS 18001 – che adesso è diventata ISO 45001 – un modo di gestire il lavoro che ci ha aiutato in questi anni a cerare una mentalità che adesso è servita anche a superare questo periodo, mettendo in pratica tutte le procedure di sicurezza imposte dalla norma.
Casi di Covid in cooperativa ce ne sono stati?
Ne abbiamo qualcuno in questo momento, per contagi probabilmente derivanti dai nuclei famigliari. Nel primo periodo nessuno si è ammalato, anche perché le città e i parchi erano deserti e quindi c’erano poche possibilità di contagio.
Nel mondo della cooperazione, secondo lei, quali sono stati i settori più colpiti?
I più colpiti sono stati i servizi educativi: chiudendo le scuole e le attività sportive è chiaro che le cooperative che fanno quello di mestiere hanno avuto riduzioni importanti, anche di fatturato. È un settore nel quale oggi permane molta cautela. L’altro grande comparto che ha subito diverse problematiche è stato quello delle RSA, che in Emilia-Romagna in gran parte sono gestite da coop.
Un altro fenomeno che avete riscontrato è stato il passaggio di personale dal privato al pubblico.
Confermo. Molte professionalità inserite nelle cooperative sono passate nelle strutture pubbliche; ci sono state maggiori opportunità di lavoro nella sanità, per esempio.
Complessivamente la PA come si è comportata?
Mi sembra che ci sia stata un’attenzione complessiva positiva. Siamo fortunati perché viviamo in Emilia-Romagna, una regione da sempre molto attenta alla salute dei cittadini, che si è distinta per le misure specifiche: l’aiuto economico per l’acquisto dei DPI e un premio in denaro ai medici e agli infermieri per riconoscere il loro lavoro. Un bel segnale, concreto, tangibile; oltre ad aver già dedicato cifre al post Covid anche per la cooperazione sociale.
Come ha operato il CSR in questa emergenza?
In premessa, è bene sottolineare che il CSR può agire per la parte dei lavori che le cooperative medesime affidano al Consorzio. Il CSR come struttura di secondo livello ha raccolto quindi i bisogni delle cooperative. Abbiamo costruito diversi tavoli, coordinati da Massimo Semprini, direttore del CSR, portando poi le istanze del gruppo alle sedi deputate, alla PA, ai committenti. Sui rifiuti, da subito è stato attivato un tavolo regionale con ATERSIR coordinato da Confcooperative e Legacooperative. L’importante è stato proprio agire di comune accordo, formando un fronte unico e organizzato.
Il Covid ha impattato anche sul CSR, rispetto ai servizi attivati?
Le attività del CSR sono quasi tutti di pubblica utilità, quindi hanno ben resistito. Riduzioni, se ce ne sono state, sono state temporanee; non abbiamo perso dei lavori.
Come è cambiato il CSR nell’ultimo periodo?
Se guardo agli ultimi sei anni, il CSR è cambiato tanto, anche perché è stato raggiunto uno dei più grandi obiettivi: diventare un vero consorzio di Cooperative di tipo B della Romagna, affiancando il lavoro svolto già da Confcooperative e Legacoop. Il CSR è un consorzio unitario fin dalla nascita e agisce su tutte e tre le province romagnole (Rimini, Forli-Cesena e Ravenna). Adesso che il 23 novembre, è nata Confcooperative Romagna – lavorare assieme sarà molto più semplice.
A fronte di tanti cambiamenti, cosa ‘resiste’ del modo di essere del CSR?
Cambiano i componenti del Cda, ma restano il rispetto e la voglia di fare insieme, sostenere le cooperative associate, collaborare in maniera costruttiva. Oggi il CSR fronteggia una realtà molto complessa legata ai servizi: l’allargamento del territorio di azione, il numero di soggetti coinvolti; il CSR, ricordo, associa oltre 40 cooperative. Lavoriamo comunque in modo positivo nel solco tracciato nel passato.
Per la Formica, quanto ‘conta’ il CSR?
Troviamo nel CSR un soggetto con il quale possiamo implementare la nostra azione sul territorio della Romagna. Come Formica siamo molto radicati sul territorio riminese, e poi facciamo qualcosa più a spot fuori. Siamo soci di diversi consorzi a livello regionale e nazionale nell’ottica di conoscerci meglio per ampliare le collaborazioni. Per questo è positivo che il CSR sia cresciuto nella base associativa. Negli anni abbiamo aumentato il fatturato transitato attraverso il CSR: il CSR è in salute, attrae nuove cooperative e anche lavori importanti.
Su cosa dovrà lavorare di più il CSR secondo lei?
Un altro aspetto che il nuovo Cda sta pensando di implementare, visto che la parte imprenditoriale sta andando bene, è la parte sociale, ovvero il nostro essere cooperative di inserimento lavorativo. Dobbiamo alimentare la mission, facendo azioni di sistema per valorizzare l’esperienza delle cooperative di tipo B che sono quasi uniche a livello europeo. Nel 2021 tagliamo il traguardo dei trent’anni della legge 381 del 1991.
Infatti nel 2021 sia il CSR che la Formica tagliano un importante traguardo di longevità.
Sì, tutti e due festeggiamo le 25 candeline sulla torta. Penso sia una data importante da ricordare, da valorizzare. Bisogna rifletterci, sottolineare gli aspetti numerici di questa crescita, ma anche l’impatto sociale del nostro lavoro.
Come si sta muovendo il ‘nuovo’ CSR?
Si sta lavorando su più fronti. Per esempio in queste settimane il Consorzio ha invitato le cooperative associate ad aderire a due gruppi di lavoro spontanei, proposti dal Cda, uno sulla rendicontazione sociale, per dar qualità al nostro agire sociale. L’altro gruppo invece è più tecnico: cercare di coordinarsi meglio, quando per esempio sulla stessa commessa ci sono più coop. Questi due gruppi stanno lavorando quindi su aspetti imprenditoriali e di mission sociale. Riprendere il lavoro con gruppi di lavoro penso sia la chiave per coinvolgere le cooperative socie del CSR, per aumentare lo spirito cooperativo, la reciproca conoscenza e il senso di appartenenza. Le premesse sono positive.
Il Cda, insomma, cambia, ma lo spirito rimane immutato.
Nel Cda ci sono nuovi membri ma lo spirito rimane invariato. C’è sempre stato un passaggio di consegne ‘dolce’ negli anni: da Werther Mussoni a me, poi a Gilberto Vittori e ora a Carlo Urbinati. C’è voglia di lavorare assieme in armonia. Oggi il CSR inoltre si presenta con un Cda più equilibrato, dove trovano spazio anche gli altri territori rappresentati dalle cooperative socie: Forli-Cesena, Ravenna e, naturalmente Rimini. Le premesse sono ottime per continuare a fare un buon lavoro anche in futuro.
19 dicembre 2020