Bilancio in pareggio per L’Alveare: intervista al consigliere delegato Marco Baccini
“Abbiamo rilanciato la cooperativa, consapevoli della sua storia e del suo potenziale”
Diplomato in uno Scientifico a Cesena, Marco Baccini si laurea in Giurisprudenza a Bologna e poi esercita per un decennio come avvocato nel settore commerciale internazionale. Nel 2014 la passione politica lo spinge, con un gruppo di amici e persone disponibili, a fondare la lista civica “Visione Comune”, che vince le elezioni nel Comune di Bagno di Romagna, confermandosi in modo netto cinque anni dopo. Nel 2024 chiude la sua esperienza politica ‘diretta’ ed entra, poco dopo, nella cooperativa sociale L’Alveare, associata al CSR-Consorzio Sociale Romagnolo, come amministratore delegato. A meno di un anno dal suo insediamento, Baccini rilegge insieme a noi questi dieci, intensi, mesi.
Giugno 2024, ingresso ne L’Alveare: come ha trovato la cooperativa?
La cooperativa stava vivendo un periodo complesso, segnato da una serie consecutiva di bilanci negativi. L’Alveare è una realtà ultratrentennale, ma era entrata in difficoltà per via di una riduzione costante del fatturato e della perdita di commesse. Poco prima del mio arrivo si parlava addirittura di chiusura o di una fusione con una realtà più grande.
E invece?
Il CdA è stato rinnovato, io sono stato l’ultimo ingresso. Con i consiglieri e il presidente Cristian Bardi abbiamo deciso di rilanciare la cooperativa, consapevoli del potenziale che esprime. Abbiamo dato valore al personale ed ai soci lavoratori, che svolgono servizi di qualità per la comunità. La scelta è stata quella di ridarle nuova linfa, nuovo vigore.
Come si è tradotto, concretamente, questo rilancio?
Abbiamo consolidato i settori del verde e delle pulizie, e rilanciato l’area dei servizi sociali, anche grazie all’ingresso della nuova consigliera Simonetta Ceccarelli. L’Alveare gestisce un centro riabilitativo diurno, un centro socio-occupazionale, un gruppo appartamento per persone con disabilità. L’inclusione e la valorizzazione delle persone sono alla base del nostro lavoro. Ad esempio, tempo fa la famiglia di un ospite del nostro gruppo appartamento ha donato 30mila euro, in segno di riconoscenza per come avevamo avuto cura di questa persona. È stato un gesto che ci ha dato forza e che testimonia la qualità e l’impatto umano dei nostri servizi.
I risultati economici oggi vi stanno dando ragione?
Sì. Riorganizzando i servizi, aumentando il fatturato e con un controllo di gestione molto attento siamo riusciti a riportare i conti in pareggio. Il fatturato del 2024 è cresciuto di 235mila euro rispetto al 2023. Più che un utile, è la base su cui costruire: il primo mattone per nuovi progetti e per i nostri 54 soci lavoratori.
Ci sono altri settori attivi nella cooperativa?
Abbiamo un settore assemblaggio che impiega una quindicina di persone con diverse fragilità. È una realtà che da sola supera i 150mila euro di fatturato.
Da sindaco ha avuto modo di conoscere da vicino la cooperativa. Com’è cambiato il suo sguardo ora che lavora dall’interno?
Quando ero sindaco di Bagno di Romagna la cooperativa era già nostra partner per i servizi ambientali e sociali. Era un interlocutore costante nelle politiche di inclusione. Oggi, dall’interno, so che oltre all’inclusione c’è anche la responsabilità di far quadrare i conti, di garantire sostenibilità economica e continuità nei servizi.
Che differenze ci sono tra il ruolo di sindaco e quello in cooperativa?
Da sindaco si può operare a 360 gradi, con una visione più ampia. Ma anche guidare una cooperativa come l’Alveare è un ruolo importante per la comunità. È un lavoro quotidiano, concreto, silenzioso, dove i risultati si vedono meno ma costruiscono ugualmente, nel tempo, una trama di solidarietà e presenza all’intero nella nostra comunità.
Come vive oggi questo impegno?
In continuità con quello che facevo prima: sono impegnato per la comunità. Lavorare per una cooperativa è un impegno che definirei “altruistico”, in quanto è un impegno diverso dal lavoro per un’azienda privata’. Si tratta di un impegno per un progetto complesso, connotato da logiche aziendali che devono però sposarsi con principi sociali e di inclusione, nell’ottica di valorizzare il bene comune della Comunità di riferimento. Ho la consapevolezza che ogni incarico è temporaneo, ma questo non significa che non voglia lasciare un segno. Lo voglio fare con umiltà, collaborando con tutti e con spirito di servizio.
22 aprile 2025