Welfare e Clausole sociali negli appalti pubblici, Gnassi: ‘Il sociale può produrre economie e lavoro’

Ai margini del convegno Rimini Welfare abbiamo raccolto le dichiarazioni di Andrea Gnassi, Sindaco di Rimini e di Gloria Lisi, vice Sindaco di Rimini e Assessore ai Servizi Sociali, che hanno commentato il valore del lavoro espresso dalle cooperative sociali rispetto agli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, ma anche l’importanza dell’inserimento delle clausole sociali negli appalti pubblici.

“Tra gli esiti concreti più importanti ed originali nello scenario nazionale legato alle politiche sociali – ha detto Andrea Gnassi, Sindaco di Rimini – vi è senza dubbio anche quello dell’adozione da parte del Comune di Rimini delle clausole sociali negli appalti pubblici. Si tratta di uno specifico regolamento che favorisce l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nelle gare promosse dall’Amministrazione comunale. Il Gruppo di Raccordo appositamente costituito per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate è formato dal Comune di Rimini, dal Centro per l’Impiego, dall’Ausl, da una rappresentanza delle Cooperative sociali di tipo B e una delle organizzazioni no profit. Questo nuovo sistema di welfare, basato sulle capacità delle persone, ha portato all’inserimento lavorativo di circa 40 persone; In particolare a causa della specificità delle gare d’appalto, rivolte a servizi nelle scuole materne, si è data ampia risposta alla categoria madri sole e alle donne over 55. Ma i vantaggi per la comunità locale non si fermano qui. Se si pensa infatti che anche una multinazionale a livello internazionale come la Dussmann, per aggiudicarsi l’appalto delle mense delle scuole riminesi, ha dovuto prendere l’impegno di lavorare fianco al fianco delle nostre coop. Sociali locali per la fornitura di alcuni prodotti o servizi. Il risultato è che, oltre a sviluppare il lavoro delle coop. Sociali di tipo b, che per statuto lavorano già con personale di categorie protette, si è favorito l’impiego di ulteriori persone svantaggiate, seguite dai nostri servizi sociali. Un esempio concreto di come il sociale possa anche produrre economie e lavoro, una prospettiva di welfare dunque radicalmente nuova rispetto ai vecchi modelli assistenzialistici”.

“Rimini Welfare è stato un prezioso momento di confronto e analisi su quattro anni di un nuovo approccio ai servizi alla persona del Comune di Rimini. L’idea – ha sottolineato Gloria Lisi, vice Sindaco di Rimini e Assessore ai Servizi Sociali – è stata quella di affrontare le nuove problematiche sociali figlie della crisi economica con strumenti diversi da quelli del passato, innovativi, inserendo in percorsi di welfare persone che prima non potevano rientrare. Tra queste le nuove “categorie di svantaggio” individuate da una equipe di lavoro multidisciplinare, come quelle degli ultracinquantenni con figli a carico che hanno perso il lavoro in seguito alla crisi, le madri “sole” con figli a carico o i padri separati, categoria sempre più tragicamente a rischio povertà. Un modello fortemente innovativo e pionieristico che ha portato ad ottimizzare la spesa sociale, che rappresenta la spina dorsale del bilancio del Comune di Rimini, che per più del 40% è dedicato a welfare e protezione sociale e, solo nel 2014 ha visto complessivamente impiegate risorse per più di 40 milioni di euro.

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