La Fraternità presenta Il Most, progetto di agricoltura sociale che profuma di vino e di storie

Tra le colline di Borghi, nella frazione di Tribola, a pochi passi da Santarcangelo di Romagna, il vigneto coltivato da generazioni dalla famiglia Brigliadori è diventato terreno fertile per una iniziativa educativa e capacitante rivolta a persone con disabilità.

Cominciando quasi per hobby, alcune persone della cooperativa sociale La Fraternità hanno chiesto ai proprietari di poter usare il terreno per far svolgere alcune attività alle persone inserite nei centri educativi della cooperativa. Una richiesta accolta con entusiasmo per trasformare, come hanno raccontato gli stessi Brigliadori, “questo terreno così caro alla nostra famiglia in un luogo in cui oltre al buon vino si creassero anche tante opportunità di benessere e di lavoro per chi ha più difficoltà.”

E così, proprio mentre in questi giorni si celebra la seconda vendemmia (settimana scorsa è stato raccolto il bianco, la prossima il rosso, ndr.), questo progetto nel corso di un biennio è cresciuto, trovando una propria identità: ‘Il Most‘, un vino creato grazie all’opera di persone che frequentano le realtà educative de La Fraternità, associata al CSR-Consorzio Sociale Romagnolo, e che quotidianamente si prendono cura delle viti e della terra su cui queste crescono.

Lo stesso nome del progetto è tutto un programma: Most infatti è, in dialetto romagnolo, il ‘mosto’, cioè la prima fase della lavorazione delle uve, prima della fermentazione e della trasformazione in vino. Ma ‘Most’ in inglese è un superlativo. Una parola che da sola non ha significato. Accostata ad un altro termine la trasforma, risaltandone le qualità. Come l’impegno – eccezionale – di tutti i vignaioli che ci mettono cuore e ‘faccia’.

Matteo Giorgis e Filippo Borghesi con il Trebbiano Rubicone IGP

“Durante la settimana – raccontano Filippo Borghesi e Matteo Giorgis de La Fraternità, ideatori del progetto – sono più di 30 i vignaioli che si alternano per coltivare il vigneto, provenienti da quattro realtà educative della nostra cooperativa. Si occupano della semina, della potatura, e di tutte le piccole azioni necessarie a garantire la crescita dell’uva. Fino alla vendemmia: rispetto alla prima, quella del 2021, oggi hanno tutti acquisito maggior manualità e competenze. Non solo: anche grazie all’allentamento delle restrizioni dovute al Covid, il lavoro tra i filari è stata occasione di incontro, relazione, collaborazione. Sono momenti che aiutano a crescere e che le persone della nostra coop attendono con desiderio”.

Due le tipologie di vino prodotte: il rosso Sangiovese Rubicone I.G.P. (90% Sangiovese, 10% Merlot) e il bianco Trebbiano Rubicone I.G.P. (100% Trebbiano). Sulle etichette sono riprodotti i volti dei vignaioli (presentati in una sezione apposita del sito www.ilmost.com) e un qr code, per conoscere da vicino la storia di ciascuno di loro. Il vino si può acquistare online sull’e-commerce www.lamadreterra.com. Per informazioni è disponibile l’indirizzo e-mail info@ilmost.com.

La cantina alla quale è stata affidata l’uva e la sua trasformazione in vino è La collina dei poeti, dove il Most ha trovato non solo le botti ma anche un enologo, indispensabile per dare ‘corpo’, gusto e qualità a questo progetto di agricoltura sociale.

30 agosto 2022


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