La Formica. Democrazia partecipativa, socio in prova, apertura ai giovani
di Emiliano Violante
Democrazia partecipativa e apertura ai giovani sono le basi per la ripartenza per la cooperazione sociale. Il ricambio della base sociale e la necessità di coesione intorno ai valori principali sono solo alcune delle ragioni per cui – di tanto in tanto – una cooperativa sociale deve interrogarsi sulla propria identità sociale, rispolverando le motivazioni originali. Il percorso del socio in prova è una delle possibilità per rimettere in moto questo meccanismo e raggiungere questo importante obiettivo, ma sono tante le occasioni in cui i cooperatori devono rinnovare la proprie motivazioni personali. È un obiettivo da raggiungere, affinché la cooperativa sociale nel tempo si conservi come un’organizzazione imprenditoriale in grado di erogare servizi di qualità, senza dimenticare il proprio DNA sociale.

Sono diversi i metodi che possono stimolare questo virtuoso meccanismo, fra questi anche l’attenzione alla democrazia partecipativa e all’integrazione intergenerazionale. Due aspetti differenti ma che fanno parte dei principi fondamentali delle cooperazione. La democrazia partecipativa è il processo proprio della cooperazione che è in grado di stimolare il rinnovamento inserendo nel circuito delle decisioni nuove idee e stimoli da parte di tutti. Si tratta di un processo a volte difficile da attuare ma che è in grado di restituire più di quanto si ci aspetti. È stato questo atteggiamento che in cooperativa ha generato, ad esempio, l’innovativo processo delle pre assemblee per condividere, prima dell’assemblea di approvazione del bilancio, le decisioni da assumere in quella sede e l’approvazione stessa del bilancio economico. In questa visione si è davvero in grado di crescere come soci consapevoli e partecipi alle dinamiche dell’impresa.
A questo aspetto se ne aggiunge un altro, in grado di guardare al futuro: il concetto di integenerazionalità, ovvero un’apertura fondamentale, per lo sviluppo e il rilancio dell’azione della cooperativa. I giovani infatti portano all’interno delle imprese sociali nuove competenze e conoscenze, sicuramente più fresche ed innovative. Questo processo avviene perché hanno grande entusiasmo ed iniziativa, un’intraprendenza che viene iniettata direttamente dentro l’organizzazione del lavoro. “Il termine solidarietà intergenerazionale – sottolinea Mirca Renzetti, vicepresidente La Formica – spesso usato da chi ci governa è un concetto chiave. Le nostre imprese cooperative nascono e si fondano su tale principio e su questo noi dobbiamo continuare a lavorare. La cooperazione rappresenta un’ottima opportunità lavorativa per tanti giovani pieni di entusiasmo e con grandi competenze, che possono trovare in questa forma democratica di impresa l’occasione per realizzare le loro aspirazioni professionali e ideali.”

Può entrare in scena qui il percorso di socio in prova, attivo in Formica da diversi anni, un vero e proprio percorso di formazione e approfondimento che viene realizzato per chi esprime il desiderio di diventare socio della cooperativa. La formazione decorre dal momento in cui viene ammessa la domanda per diventare socio fino al giorno in cui il CDA delibera il passaggio formale allo stato di socio cooperatore. Si tratta di un periodo in cui, chi intende avere quella carica societaria, è chiamato a conoscere meglio e approfondire le dinamiche partecipative di una cooperativa, i suoi valori di base e il funzionamento. Un livello di consapevolezza che possa consentire di esercitare il ruolo di socio in modo davvero adeguato e coerente.
Quello del socio in prova è un percorso previsto dallo statuto, che in Formica è diventato un passaggio importante per formare una base sociale più cosciente e informata sui propri diritti e doveri, una base sociale capace di agire ed esercitare tutte le funzioni che fanno capo a questo importante ruolo di responsabilità a volte dimenticato. Attualmente in Formica sono 18 i lavoratori che, con scadenze differenti, stanno facendo un percorso di socio in prova a cui se ne aggiungono altri 3 che hanno appena presentato la domanda.
“Si tratta di un percorso molto impegnativo – ribadisce Sabrina Marchetti – in cui oltre ai valori della cooperazione sociale si cerca di condividere con gli interessati, anche gli aspetti fondamentali declinati nella mission sociale, ovvero l’inserimento lavorativo di presone appartenenti alle categorie più fragili. Un obiettivo che inevitabilmente è necessario condividere sin dal primo momento perché possa scattare, soprattutto nei soci, quel desiderio e quel senso di aiuto reciproco nei confronti dei lavoratori più fragili con cui in cooperativa è possibile trovarsi a lavorare fianco a fianco. Un’attenzione verso gli altri che – deve essere – lo sguardo indispensabile per chi ambisce a coprire la carica di socio della cooperativa.”
14 giugno 2021