Il CSR alla Biennale di Bologna: esplode la voglia di ‘prossimità’
di Emiliano Violante
Osservare ed agire in un’ottica di ‘prossimità’, questo è il vero cambio di paradigma che sta alla base della Biennale di Prossimità, l’evento dedicato alle comunità locali, alle persone e ai loro bisogni, che si è svolto, nella sua seconda edizione, a Bologna dal 15 al 18 giugno 2017, dopo il successo della prima edizione del 2015 di Genova.
Era il giugno del 2013 quando un gruppo di promotori formati dal Consorzio Nazionale Idee In Rete, l’Associazione Isnet, Fondazione Ebbene, Social Club Torino, Social Club Genova e il Consorzio Emmanuel Lecce, fecero una scommessa condivisa, firmando un protocollo d’intesa per costruire condivisione partendo dal concetto di prossimità. Un gruppo promotore che adesso si è allargato ed è arrivato a 13 realtà italiane importanti che credono ancora in quest’idea.
Questa seconda edizione è riuscita davvero a condensare tanti aspetti del sociale, tutti legati fra loro dal filo solidale della prossimità: gruppi di lavoro su cibo, economia sociale, solidarietà, coesione, ambiente, territorio, beni comuni e partecipazione. Esperienze e possibilità di incontrare a tu per tu altre persone ed approfondire specifici progetti. Anche la scelta di varie forme di espressioni artistiche è stata efficace e proposta nei luoghi dove si svolgevano gli eventi, divenendo quindi anch’essa veicolo e linguaggio per raccontare la prossimità. Tanti laboratori, dove si è parlato di amministrazione condivisa, patti di collaborazione, lavoro con le comunità e per generare prossimità, servizi per ritrovare la cittadinanza, attraverso quelli che sono i corridoi umanitari della cooperazione sociale di inserimento lavorativo. Un vero fermento di idee e innovazione del terzo settore, che ha trovato nella fortissima tradizione sociale della città di Bologna, l’alveo perfetto per far crescere e consolidare l’entusiasmo nato a Genova.
“La prossimità sta esplodendo – ci tiene a precisare Gianfranco Marocchi – perché sono sempre più numerosi i casi in cui i cittadini si uniscono per un interesse comune che può essere un giardino condominiale, un edificio da riqualificare oppure solo uno spazio che ha necessità di essere risistemato. È stata un’intuizione che abbiamo avuto 3 o 4 anni fa e che adesso sta trovando le sue conferme e si sta espandendo, insieme a tanta voglia di confrontarsi. Questa credo sia la vera novità del formato di questa biennale bolognese, cioè non venire solamente a presentare le proprie realtà, ma aprirsi al confronto vero per cercare una vera contaminazione. Per questo l’abbiamo organizzata in modo da essere quasi costretti ad entrare in relazione gli uni con gli altri. Credo sia stata il motivo – conclude il co-direttore della Biennale di Prossimità – per il quale si siano davvero create condizioni e opportunità di confronto molto ricche”.
Anche la città di Rimini, con la sua importante realtà di cooperazione sociale, ha partecipato a questa Biennale, così come era accaduto già a Genova nel 2015. In questa edizione però c’è stata una bella novità: oltre a La Formica infatti, che aderisce da tempo al consorzio Idee in Rete e che ha contribuito alla nascita dell’associazione nazionale ‘Rete 14 luglio’, ha aderito anche il CSR-Consorzio Sociale Romagnolo. Lo ha fatto in maniera davvero attiva, cioè allestendo uno degli spazi in cui si è svolto l’evento alla Fondazione del Monte in via delle Donzelle a Bologna, dove è stata allestita la mostra itinerante intitolata “Fattore umano”. Non poteva essere organizzato in maniera più efficace lo spazio dedicato proprio al seminario sulla Cooperazione sociale e l’ambiente, dove si è parlato di trasparenza delle regole e agibilità per la cooperazione sociale di inserimento lavorativo. Un confronto costruttivo sul sistema delle regole e dei controlli che sono necessari alle cooperative sociali di inserimento lavorativo per raggiungere gli obiettivi della loro missione. Un confronto davvero efficace su come garantire alle cooperative agibilità al mondo del lavoro in condizioni di chiarezza e fuori da ogni ambiguità.
“Ci ha particolarmente gratificato – precisa Massimo Semprini, Direttore del CSR – aver avuto la possibilità di portare alla Biennale la mostra itinerante del CSR intitolata ‘Fattore umano’. Si tratta di un importante lavoro di comunicazione realizzato su 23 roll-up che raccontano i valori, le storie, le peculiarità della cooperazione sociale di tipo B e che documentano l’impegno del CSR e delle cooperative aderenti per la promozione dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Un’esposizione che ha come obiettivo il diffondere le buone prassi della cooperazione sociale in luoghi istituzionali e no. Ritengo che sia proprio il valore della condivisione, che ho respirato profondamente in questa Biennale, il valore aggiunto che possa dare quell’elemento di crescita vera per ciascuno. Fra le tante proposte in programma ho deciso di seguire quelle strutturate intorno alla ‘Rete 14 luglio’, l’associazione a cui recentemente ha aderito anche il CSR, seguendo l’esempio de La Formica. Per noi è fondamentale partecipare a questi appuntamenti per tre motivi principali: il confronto fra soggetti che operano nello stesso settore con un atteggiamento etico, che sta alla base dei nostri valori; lo sguardo in ambiti diversi dove si possono vivere problemi simili ma anche diversi perché, se è vero che il mondo della cooperazione si fa un vanto del legame territoriale, ma dall’altra parte c’è il rischio di isolarsi, questo nella rete non accade. Infine – conclude il Direttore del CSR – siamo convinti che solo dal confronto nascano idee nuove e riflessioni che sono necessarie a trovare nuove soluzioni o esperienze che ci fanno muovere ed ampliare la mentalità cooperativa”.
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