I volti del nuovo CDA del CSR: Arianna Marchi

Arianna Marchi, presidente della cooperativa Zerocento, aderente al CSR Consorzio Sociale Romagnolo, dallo scorso 2020 è uno dei membri del nuovo Cda del Consorzio. In questa intervista ci racconta una appassionata storia trentennale, dagli esordi in qualità di coordinatrice del servizio di asilo nido alla presidenza della sua cooperativa, dalla fusione con PrimaBi e Il Pino fino all’ingresso nel CSR.

Sono arrivata in Zerocento nel 1988 per lavorare negli asili nidi. Al convenzionamento per la gestione totale del primo servizio di asilo nido tra Cooperativa e Comune di Faenza, ho ricevuto l’incarico di coordinatore del servizio. Questo è stato il primo passo che ho compiuto nella cooperazione sociale. Qualche anno dopo sono stata chiamata a collaborare con l’allora ufficio centrale della Cooperativa per occuparmi di mobilità del personale e organizzazione dei servizi, in particolare per quanto riguarda i Centri Estivi.

Negli anni successivi cambiano gli incarichi, variano le responsabilità, fino alla nascita di PrimaBi.
Ho ricoperto vari ruoli tra cui anche quello di Responsabile della Qualità. Poi dal 2001 ho iniziato a seguire le iniziative di sviluppo e le nuove progettualità, in particolare dedicandomi alla nascita di una cooperativa sociale finalizzata all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, la Cooperativa Sociale PrimaBi. L’avventura a tempo nella cooperazione di inserimento lavorativo, nel 2011 si andava integrando con un’altra attività, quando venni “richiamata” in Zerocento come Responsabile dell’Area Infanzia, principale settore di attività con oltre il 60% del fatturato complessivo.

Arianna Marchi

La prima volta nel Cda della sua cooperativa?
Vengo eletta nel Consiglio di Amministrazione nel maggio del 2012 e nominata VicePresidente per poi, al pensionamento di Valeria Callegari, sostituirla nel ruolo di Presidente.

Nel 2018 Zerocento ha assorbito PrimaBi e Il Pino: ne avevamo parlato in un articolo già comparso su questa newsletter. Ora è tempo di bilanci: come è andata?
Sono stati anni molto faticosi. L’aggregazione tra più cooperative è sempre un processo che comporta dei rischi e richiede l’impegno di tutte le figure coinvolte. Ora, a tre anni di distanza, possiamo sentirci molto soddisfatti del percorso fatto insieme, al punto che questa fusione ha rappresentato un’opportunità per tutti i soci, indipendentemente dal percorso precedente.
Sta crescendo sempre di più il numero di soci che lavorano in un servizio “storico” di in settore della cooperativa per poi passare – temporaneamente o definitivamente – a servizi di un altro settore della cooperativa.

Una chiave di lettura per dare il giusto valore a questa nuova, più complessa realtà?
Questa opportunità di crescita e di allargamento di professionalità per i nostri soci risulta sicuramente un valore aggiunto che ci sta sorprendendo giorno dopo giorno.
Anche con l’avvento del Covid e delle conseguenti misure per il contenimento, abbiamo avuto persone che, in seguito allla chiusura del proprio servizio (come una scuola o od un asilo), si sono viste “traghettate” in un altro servizio ancora aperto.

Ha accennato alla pandemia e la domanda è d’obbligo: come state vivendo questo periodo?
Con orgoglio posso dire che ciò che sta “tenendo” maggiormente in questo momento è la nostra base sociale. Le nostre socie ed i nostri soci sono stati sottoposti ad una serie continua di stress; per la tipologia di servizi in cui operano, le fonti di questo stress sono molteplici: dal rischio di contrarre il virus e di portarlo “a casa”, al timore di contagiare involontariamente le persone più fragili con cui lavorano. Poi non dobbiamo dimenticare il fatto che il socio Zerocento è al 90% donna, e spesso mamma. Questo significa – da donna non posso che aggiungere “purtroppo” – che spesso le nostre socie si sono trovate a gestire anche il carico familiare raddoppiato con le scuole chiuse.

Come avete agito in questa situazione?
Abbiamo cercato di tenere i soci il più possibile informati con gli strumenti che abbiamo creato nel corso degli anni e con altri pensati ad hoc (come riunioni ed assemblee online) e devo dire che i risultati si sono visti.

Dal punto di vista economico su cosa state lavorando?
Dal punto di vista “economico” la nostra storia, fatta di cautela e oculatezza, ci ha messo nella condizione di poter affrontare questo 2020 e questo inizio di 2021, ma non nascondiamo che le preoccupazioni esistono. Stiamo concordando con i nostri enti di riferimento per ogni territorio (elemento di complessità aggiuntiva) le condizioni di erogazione dei servizi e quindi anche economiche, cercando di garantire ai nostri soci condizioni non troppo differenti da quelle dei loro pari ruolo dipendenti dell’ente pubblico.

Come valuta l’ingresso nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio Sociale Romagnolo e questi primi mesi di lavoro?
È una bella esperienza, arricchente come tutte le occasioni di confronto. Sto incontrando colleghi preparati e attenti e condividere con loro idee, preoccupazioni e visioni è sempre per me l’aspetto più bello del mio lavoro.

Come valuta il lavoro che il CSR sta facendo per le cooperative associate e per la cooperazione in generale?
In questo tempo tumultuoso, avere la possibilità di muoversi in maniera aggregata è ancora più importante. Aggregarsi significa darsi forza reciprocamente, scambiare competenze, sopperire l’uno alle difficoltà degli altri. Il CSR è una risorsa importante per le cooperative socie, ma sono anche le cooperative stesse ad essere una risorsa per il CSR. Se si pensa il CSR come un autobus su cui si sale di tanto in tanto per fare un pezzo di strada, se ne snatura la sua essenza.
Immagino invece il CSR come un treno fatto di tanti vagoni, ognuno con le sue caratteristiche e con i suoi passeggeri: in questo modo tutti possiamo fare una strada che diversamente non avremmo fatto.

Che contributo pensa di dare al CSR con il suo lavoro nel Cda?
Spero di riuscire a dare un contributo ulteriore al confronto sui vari temi che necessariamente il Cda è chiamato ad affrontare grazie all’esperienza maturata sia nel settore di inserimento lavorativo, sia nella gestione di una cooperativa mista con un fatturato molto importante e che prevede, necessariamente, la tenuta sotto controllo e la conoscenza dei numeri in maniera molto attenta. Probabilmente l’aver già avuto a che fare per la cooperativa Zerocento con tanta burocrazia ormai obbligatoria (certificazione di qualità, certificazione ambientale, SA8000, organismo di vigilanza, MOG 231, societa di revisione, certificazione di bilancio, bilancio sociale, etc.) può essere di supporto al Consorzio nella gestione delle stesse.

7 aprile 2021


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