Giacomo Vici, nuovo membro del Cda del CSR: “Svolto un lavoro prezioso”

Dall’appalto di Herambiente vinto dal CSR al positivo approccio di un consorzio unitario sulla realtà ravennate e forlivese/cesenate: “Il CSR ha saputo anticipare i tempi”. Per il futuro: “Rilanciare la coprogettazione con la Pubblica Amministrazione e puntare sulla rendicontazione sociale”.

Giacomo Vici, 34 anni, Direttore del Consorzio Solco di Ravenna, che raduna 16 cooperative di tipo A e B del territorio della provincia di Ravenna. Vici, dopo essere stato un rappresentante permanente delle cooperative ravennati in seno al CDA del CSR, dallo scorso maggio è entrato ufficialmente nel Cda del Consorzio Sociale Romagnolo.

Il Solco è un consorzio che associa 16 cooperative sociali sia di tipo A sia di tipo B, fornendo alle stesse associate vari servizi tra cui: general contractor, amministrativi, paghe, sicurezza, qualità. Giacomo Vici, facciamo il punto sul 2016: che anno è stato per il vostro consorzio?

È stato un anno positivo. La rete delle Cooperative del Consorzio Sol.Co ha un totale di circa 1100 soci e le cooperative di tipo B hanno una percentuale del 40% di inserimenti lavorativi di persone svantaggiate. Dal punto di vista del fatturato chiudiamo a 36,5 mln di Euro, contro i 35 del 2015. Rispetto all’attività, tra le novità degli ultimi dodici mesi abbiamo avuto l’ingresso della cooperativa sociale Il Veliero di Ravenna, che gestisce centri di educazione minorile; poi abbiamo preso in carico i servizi del ‘Centro Anacleto’ per bambini con spettro autistico e disturbi dello sviluppo e il progetto di autonomia abitativa per persone svantaggiate ‘Palazzo Borghesi’ a Faenza, che gestiamo in collaborazione con la cooperativa Ceff di Faenza, altra cooperativa associata al CSR.

Dopo un paio di anni di conoscenza più ravvicinata, come valuti l’attività del CSR?

Penso che l’attività del CSR abbia anticipato in sostanza quello che è il percorso che sta portando avanti ora ACI, ovvero il fatto che sia un consorzio unitario. Le cooperative di Ravenna e di Forlì/Cesena che sono entrante nella compagine associativa, pur appartenendo a Legacoop o Confcooperative, si trovano fianco a fianco in un unico contenitore. Il Consorzio si è mosso quindi con lungimiranza ed in maniera positiva.

Come valuti la collaborazione tra Sol.Co e CSR?

Per le cooperative del Sol.Co la collaborazione con il Consorzio Sociale Romagnolo è stata importante, perché c’è stata la possibilità di dare il via a sinergie e di fare rete tra di loro e anche con altre cooperative. Dopo lo scioglimento del Consorzio Agape le cooperative ravennati, in particolare, non avrebbero più potuto operare in un contesto territoriale ampio.

Quali passi avete già fatto insieme?

Di assoluto rilievo la gara indetta da Hera che il CSR ha fatto, e vinto. Il Consorzio ha svolto un lavoro prezioso di consulenza e l’ufficio gare ha dato prova di grande professionalità.

Ora come membro effettivo del Cda, come pensi possa sostanziarsi il tuo lavoro nel CSR?

Per me si è trattato di un ingresso molto positivo, di cui ringrazio il CSR. L’impegno di cui mi farò carico, in particolare, sarà quello di fare in modo che il Consorzio Sociale Romagnolo possa affermarsi sempre di più come consorzio di riferimento in area vasta per le cooperative sociali di tipo B.

Su quali temi, secondo te, dovrebbe impegnarsi il CSR?

Penso che il CSR dovrebbe attivare sinergie con enti come Fare Comunità di Ravenna, che ha gestito in questi anni il sistema integrato di inserimento lavorativo. Gli operatori del SIL hanno fatto opera di mediazione, riuscendo ad inserire lavoratori svantaggiati nelle imprese, senza accedere alle possibilità offerte dalla Legge 17. Non so se su Rimini esiste un corrispettivo simile: si tratta di enti che gestiscono i fondi regionali destinati alla disabilità. Entrando in sinergia con questi enti ci sarebbe la possibilità di attivare tirocini, grazie alle risorse a disposizione. Un altro tema importante, è la capacità di dare linee di indirizzo per la predisposizione di una metodologia comune di inserimento lavorativo. Certo, ogni cooperativa ha il suo modello, ma sarebbe importante che il CSR potesse costruire un contenitore normativo valido, a cui tutte potrebbero uniformarsi.

Poi?

Come ultimo tema che mi sta a cuore, vorrei che il CSR diventasse stimolo, ora che è diventato obbligatorio, per promuovere la redazione del Bilancio Sociale, per non percepirlo solo come un onere aggiuntivo, ma come opportunità per raccontare meglio cosa fanno le cooperative e rendicontarlo alla comunità.

La cooperazione sociale sta vivendo un momento storico complesso, di evoluzione. Che prospettive ci sono?

L’obiettivo che dobbiamo avere è spingere sempre di più perché all’interno della normativa vigente si possa andare verso la coprogettazione con gli enti, affinché i servizi svolti delle cooperative sociali possano essere utili e rispondere ai bisogni del territorio. La cooperazione sociale non deve smettere di fare ciò per cui è nata: innovare i servizi alle persone per dare una risposta ai bisogni della comunità.

Riccardo Belotti, 3 luglio 2017


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