Elezioni Comunali 2021: il CSR ha incontrato 11 candidati a sindaco di 4 Comuni dell’Area Vasta, a dialogo su inclusione sociale, inserimento lavorativo e rapporti con il Terzo Settore

Urbinati, Presidente CSR: “Abbiamo sostenuto un ruolo dell’ente pubblico che non si limiti a rapporti di fornitura/erogazione di servizi, ma che si faccia promotore di un vero e proprio partenariato tra pubblico e privato”

Promuovere i valori della cooperazione sociale, l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e continuare a dialogare con la pubblica amministrazione, quella presente e quella che verrà. Sono stati questi i principali obiettivi degli incontri pre elettorali con i candidati a sindaco dei Comuni di Cattolica, Cesenatico, Ravenna e Rimini promossi e organizzati dal CSR Consorzio Sociale Romagnolo, una realtà di Area Vasta che associa cinquanta cooperative sociali di tipo B per oltre 4000 dipendenti – con una media del 40% appartenenti a categorie svantaggiate – e un fatturato complessivo di oltre 25 milioni di Euro.

La delegazione del CSR – composta da Carlo Urbinati, Presidente; Alfio Fiori, Vice Presidente; Massimo Semprini, Direttore Commerciale; Matteo Guaraldi, Coordinatore di Direzione; e dai rappresentanti delle cooperative attive sui vari territori coinvolti dal progetto – ha incontrato nel giro di diverse settimane undici candidati a sindaco, rappresentanti delle maggiori coalizioni, di alcuni comuni che sono chiamati, i prossimi 3 e 4 ottobre, a rinnovare la propria amministrazione.

I candidati a sindaco incontrati dal CSR

  • (In ordine alfabetico) a Cattolica: Franca Foronchi (Centrosinistra), Mariano Gennari (M5s), Massimiliano Gessaroli (Centodestra)
  • a Cesenatico: Roberto Buda (Centrodestra), Matteo Gozzoli (Centrosinistra)
  • a Ravenna: Michele De Pascale (Centrosinistra), Filippo Donati (Centrodestra), Veronica Verlicchi (Lista Civica La Pigna)
  • a Rimini: Enzo Ceccarelli (Centrodestra), Gloria Lisi (M5s), Jamil Sadegholvaad (Centrosinistra)

Verso un partenariato tra pubblica amministrazione e Terzo Settore

L’iniziativa elettorale del CSR – che da venticinque anni opera per promuovere i temi e i valori della cooperazione sociale anche tra i candidati sindaco – questa volta aveva un obiettivo in più: non “solo” far conoscere il valore sociale ed economico di ogni inserimento lavorativo e il lavoro svolto dal CSR, ma proporre agli stessi candidati di inserire nei programma elettorale della propria coalizione anche un riferimento diretto alla cooperazione sociale, esplicitando il proprio impegno in vista di un partenariato pubblico/privato sulla base di tre possibilità: la coprogrammazione e coprogettazione, per una partnership tra ente pubblico e Terzo Settore; le gare ex art. 112 Codice Appalti (D.Lgs. n. 50/2016) con quota di riserva per chi integra soggetti svantaggiati; gli affidamenti diretti ex Legge 381/91.

Urbinati, Presidente CSR: “L’ente pubblico non si limiti a rapporti di fornitura/erogazione di servizi”

“A partire dagli evidenti vantaggi che caratterizzano l’inserimento lavorativo delle persone “svantaggiate” – racconta Carlo Urbinati, Presidente del CSR – in questi incontri abbiamo sostenuto un ruolo dell’ente pubblico che non si limiti a rapporti di fornitura/erogazione di servizi, ma che si faccia promotore di un vero e proprio partenariato tra pubblico e privato che abbia come obbiettivo una crescita delle Comunità armonica e continua. Abbiamo sottoposto quindi diversi spunti di riflessione a ciascun candidato, per aiutarli a cogliere tutti gli strumenti che le Pubbliche Amministrazioni hanno a disposizione per cercare di mettere al centro dei propri obbiettivi l’inclusione sociale dei propri concittadini”.

Fiori, Vice Presidente CSR: “Candidati attenti alle nostre tematiche”

“In tutti i candidati che abbiamo incontrato – sottolinea Alfio Fiori, Vice Presidente del CSR – abbiamo riscontrato una sincera attenzione nei confronti delle nostre proposte: alcuni, avendo già amministrato dei Comuni o essendo sindaci uscenti, conoscevano già le possibilità di partenariato pubblico/privato garantite dalle normative; per altri invece l’incontro è stato importante per avvicinarsi a queste tematiche e approfondirle. Poi, ovviamente, ciascuno secondo la sua sensibilità personale e politica, si è impegnato, o meno, a tradurle in fatti”.

Sono tre gli strumenti che, nel panorama legislativo, il CSR ritiene tra i più interessanti in quest’ottica di partenariato.

1) la coprogrammazione e coprogettazione: partnership tra amministrazioni e soggetti del Terzo Settore

Consiste nello svolgere “una istruttoria pubblica allo scopo di identificare il soggetto del Terzo Settore che si possa qualificare come partner dell’Ente Pubblico”. È uno strumento che ha come oggetto la “definizione progettuale di iniziative, interventi e attività complesse condivise dall’ente pubblico” e che comporta la partnership tra amministrazioni e soggetti del Terzo Settore. La coprogettazione costituisce un istituto teso a valorizzare l’esperienza e la vocazione degli enti del Terzo Settore nella progettazione e realizzazione degli interventi, nell’ambito di una procedura comunque caratterizzata da principi di trasparenza, pubblicità e non discriminazione.
In sintesi, si può pertanto affermare che la coprogettazione e il coprogrammazione costituiscono:
• una modalità di affidamento e gestione della realizzazione di iniziative e interventi sociali;
• un metodo per costruire politiche pubbliche coinvolgendo risorse e punti di vista diversi;
• una forma di partnership costruita per sviluppare esperienze innovative da membri di organizzazioni diverse.

2) Le gare ex art. 112 Codice Appalti (D.Lgs. n. 50/2016): appalti con quota di riserva per chi integra soggetti svantaggiati

Il Decreto Legislativo n. 50/2016 prevede la possibilità per la Pubblica Amministrazione di riservare la partecipazione a procedure di gara a favore di determinate tipologie di operatori economici, in particolare quelli che impiegano soggetti appartenenti a categorie socialmente svantaggiate (ex art. 112, comma 2 D.Lgs. n. 50/2016).
Nello specifico, l’art. 112, comma 1 D.Lgs. n. 50/2016, regola un regime particolare che fornisce alla Pubblica Amministrazione la possibilità di riservare il diritto di partecipazione alle procedure di appalto, e di concessione, a favore di laboratori protetti, operatori economici o cooperative sociali e loro consorzi che abbiano quale finalità principale l’integrazione sociale e professionale di soggetti disabili o svantaggiati oppure la riserva di esecuzione nel contesto di programmi di lavoro protetti quando almeno il 30% dei lavoratori sia composto da persone con disabilità o in condizione di svantaggio.

3) Gli affidamenti diretti ex Legge 381/91

La legge n. 381/1991, con lo scopo di creare opportunità lavorative per le persone svantaggiate, consente alle Pubbliche Amministrazioni di riservare l’affidamento di appalti pubblici diretti a cooperative sociali di Tipo B, in deroga alla normativa generale sugli appalti pubblici, purché ricorrano determinate condizioni.
In particolare, l’art. 5 comma 1 prevede che le convenzioni stipulate dagli Enti Pubblici, aventi ad oggetto la fornitura di determinati beni e servizi diversi da quelli socio-sanitari ed educativi, debbano

  • essere finalizzate alla creazione di opportunità di lavoro per le persone svantaggiate di cui all’art. 4, comma 1 della medesima legge. Tali persone devono inoltre costituire almeno il 30% dei lavoratori della cooperativa;
  • essere di valore inferiore alla soglia comunitaria;
  • essere stipulate previo svolgimento di procedure di selezione idonee ad assicurare il rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione e di efficienza.

CSR. Consorzio Sociale Romagnolo: chi siamo

Il CSR – Consorzio Sociale Romagnolo, è un consorzio di cooperative sociali di inserimento lavorativo nato nel 1996 che associa al suo interno tutte le principali cooperative sociali che hanno sede e operano nei territori dell’Area Vasta Romagna. Il Consorzio è unitario, aderendo sia a Confcooperative che a LegaCoop, ed è composto ad oggi da circa 50 cooperative che provengono da tutte le tradizioni cooperative storiche del nostro territorio, sviluppando un fatturato annuo di oltre 25 milioni di Euro. Le cooperative socie impiegano nelle proprie attività e in quelle veicolate dal CSR oltre 4mila persone di cui più di mille e cinquecento rientranti nella categorie dei cosiddetti “svantaggiati”. Il fattore territoriale è determinante per comprendere il profondo impatto sulle comunità e sui cittadini che ha la Cooperazione Sociale e sulla conseguente evoluzione positivadei valori occupazionali e sociali dei singoli territori.


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