Dal tirocinio al lavoro, una strada possibile? La cooperativa sociale New Horizon racconta

Se le categorie dello svantaggio negli ultimi anni si sono allargate, anche per i problemi legati alla pandemia, alla crisi economica, alle nuove povertà, anche le opportunità di inserimento lavorativo sono cresciute grazie, per esempio, ai tirocini inclusivi di persone con disabilità.

Lo sa bene la cooperativa sociale New Horizon di Rimini, aderente al CSR, che già dal 2016 è impegnata in questo specifico settore che ha consentito a moltissime persone, rimaste ai margini a causa di uno svantaggio psichico o fisico particolarmente importante, di trovare una collocazione. Un’attività non semplice ma capace di dare grandi soddisfazioni, come ricorda Valentina Ferrini, coordinatrice di questa attività per la cooperativa riminese.

“Prima di tutto – spiega Ferrini – gli ‘attori’ che consentono l’attivazione di un tirocinio inclusivo sono quattro: l’Ente inviante, che ha in carico la persona svantaggiata propone all’utente (attore principale) il possibile percorso di tirocinio che, una volta accordato, segnala all’Ente promotore la persona candidata. New Horizon, in questo caso come Ente promotore, sostiene attraverso un tutor dedicato alcuni incontri di orientamento con il tirocinante, finalizzati ad un’analisi su capacità, abilità, interessi e inclinazioni. Terminata questa fase il tutor di riferimento inizia a cercare l’azienda più vicina alle caratteristiche e ai bisogni del futuro tirocinante, facendo un matching tra la domanda e l’offerta. L’azienda ospitante possiamo definirla come ultimo attore del progetto di tirocinio: dovrà accogliere il tirocinante attraverso una convenzione stipulata con l’ente promotore”.

Tutta la documentazione relativa alla promozione del tirocinio viene caricata all’interno del portale della Regione Emilia Romagna “Lavoro x Te” e sarà infine la Regione stessa a dare, dopo pochi giorni, se la procedura è corretta, l’autorizzazione all’avvio del tirocinio. L’indennità mensile del tirocinante viene erogata solitamente dall’ente promotore in accordo con il servizio inviante, il quale al termine del progetto, tramite rendicontazione, corrisponde la somma anticipata.

“La durata di un tirocinio – racconta ancora Ferrini – può variare dai 3 ai 12 mesi con successiva proroga a 24 mesi: questo dipende dal tipo di fondo nel quale è inserito il progetto di tirocinio. Il tutor didattico che ha promosso il tirocinio continuerà a seguire comunque l’utente fino al termine del progetto, con visite in azienda, sostegno alla mansione, alla relazione, problem solving e tutto ciò che necessita per il buon andamento del precorso, che se ben svolto, potrebbe sfociare anche in un’assunzione, come accaduto in diversi casi”.

“Dal 2016 abbiamo iniziato questa attività legata alle politiche attive del lavoro – racconta Carlo Urbinati, Presidente della cooperativa New Horizon – accreditandoci presso la Regione Emilia-Romagna in Area 2, ottenendo così la possibilità di promuovere tirocini con le aziende. Dal 2018, complessivamente, New Horizon ha promosso il tutoraggio di circa 130 tirocini provenienti da SERT e CSM-Centro di Salute Mentale di Rimini, prima attraverso la Legge 14, in partenariato con altri enti del territorio, e poi, dopo aver vinto la gara per conto dell’ASL Romagna sul territorio di Rimini, con il CSS Consorzio Sociale di Solidarietà di Modena”. Ma non finisce qui. “Dopo questa gara – continua Urbinati – ne abbiamo vinta un’altra nel 2021 per il Comune di Riccione e Cattolica, in cui sono stati inseriti 97 utenti, in ATI con Demetra e Ob Service”.

Esperienza interessante all’interno di questo progetto di Riccione è il ‘tirocinio di gruppo’, come sottolinea Valentina Ferrini: “In due aziende, Grabo e Luvirie, abbiamo collocato contemporaneamente cinque tirocinanti, seguiti da un tutor. Sono ragazzi di giovane età, da poco usciti dalla scuola, che con difficoltà sarebbero stati in grado di essere inseriti in un tirocinio individuale. Grazie a questo progetto invece verranno accompagnati verso un’autonomia lavorativa in cui viene promosso l’ABC del lavoro come: conoscenza dei processi lavorativi, cura del materiale e del prodotto finito, rispetto degli orari, riconoscimento dei ruoli e rispetto dei colleghi attraverso la costruzione di relazioni positive interpersonali”.

Curare il proprio aspetto per uscire di casa, stare all’interno di un contesto lavorativo, concretizzare la produzione di un materiale valorizzando e rafforzando proprie competenze, favorisce la crescita della propria autostima e del sentirsi parte del tessuto sociale. Questo “saper fare, saper essere e il sentirsi parte”, risponde al bisogno intrinseco di ogni essere umano riguardante il senso d’appartenenza all’interno in un tessuto sociale.

“Questo bisogno – chiosa Valentina Ferrini – è maggiormente sentito nelle persone con fragilità, disabilità o svantaggio, poiché sono sicuramente meno le opportunità a loro rivolte e il percorso di tirocinio inclusivo è certamente uno strumento di elevata importanza nel loro percorso di vita… Mi sento fortunata, stando con ognuno di loro, perché mi accorgo che riescono, in alcuni ambiti, ad essere migliori di me e viene facile domandarsi quanto sia necessaria questa presenza. Negli anni ho scoperto che i profili non normotipici che mi sono stati inviati hanno dei “super poteri” che, se ben collocati, possono diventare risorsa preziosa all’interno del mondo del lavoro. Il mio obiettivo e di tutte le persone che come me si occupano dell’inserimento lavorativo di questa tipologia di profili, è proprio quello di ricercare un’azienda ad hoc dove il loro operato possa diventare risorsa preziosa”.

28 aprile 2022


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