CBR. Una solida storia lunga 70 anni
Sabato 18 giugno 2016 si è svolta l’Assemblea della Cooperativa Braccianti Riminesi, alla presenza del 93% dei Soci, che ha poi approvato il bilancio 2015, il settantesimo dalla sua fondazione.
La produzione, che è stata di 44,6 milioni di euro, in lieve riduzione rispetto all’anno 2014, ha comunque permesso di ottenere un margine operativo positivo e chiudere con un utile d’esercizio di 128mila euro, dopo aver pagato imposte per oltre 246mila euro. L’Assemblea ha rinnovato anche le cariche sociali per il prossimo triennio. Confermati Giampiero Boschetti (Presidente) e Claudio Foschi (Vice Presidente) insieme ai consiglieri di amministrazione Valerio Brighi, Rodolfo Foschi, Marco Semprini e Ezio Mescolini. Nuovo ingresso in CDA per Roberto Fabbri. Riconferma anche per i Sindaci Revisori Oriana Urbinati (Presidente) e Giorgio Maioli, mentre nuova nomina per Andrea De Nicolò. La Cooperativa oggi conta 240 dipendenti, a cui si aggiungono altri 50 delle società del Gruppo composto, oltre che da CBR, da una trentina di società controllate o partecipate. I soci sono 120. La Cooperativa è specializzata nelle opere infrastrutturali, strade, condutture di acqua e gas, fognature, discariche e bonifiche. Il patrimonio è di oltre 51 milioni di euro. Attualmente CBR opera in cantieri prevalentemente ubicati in Romagna, ma ha attivi cantieri anche in Sardegna, Toscana, Marche e Lombardia e un centro operativo in Puglia.
Presidente Boschetti, come commenta questo bilancio?
All’obiettivo per l’anno in corso di confermare il ritorno alla marginalità positiva dell’attività si aggiungono le preoccupazioni per il blocco degli appalti dovuta all’entrata in vigore della nuova norma sugli appalti pubblici che ha visto gli enti Pubblici impreparati a recepire la nuova normativa: l’attuale portafoglio ordini comunque consente di assicurare la piena occupazione per i prossimi mesi, senza far ricorso ad ammortizzatori sociali.
Il bilancio approvato è stato anche il 70esimo della Cooperativa Braccianti Riminesi (CBR), nata proprio nel 1946. Ci racconti come vide la luce la cooperativa.
CBR è stata fondata nell’immediato dopoguerra, con la fine del conflitto mondiale e la ripresa delle attività imprenditoriali. La CBR nasce precisamente il 5 giugno 1946 dalle ceneri di un’impresa edile chiusa: fu costituita a Forlì, anche se aveva sede, allora come oggi, a Rimini, in quanto il notaio esperto di costituzione di cooperative, Domenico Zagari, si trovava solo nella città capoluogo di provincia.
Lei lavora in CBR dal 1979, ed è presidente dal 2008, oltre che vice presidente di Legacoop Romagna dal 2014. Cosa rappresenta per la CBR il settantesimo anno di attività?
Si tratta di un numero significativo che molte imprese purtroppo non sono riuscite a traguardare e non solo nel nostro settore. Per una cooperativa raggiungere i 70 anni è un evento molto importante, considerato che la continuità non si basa solo sulla presenza di una dinastia imprenditoriale, ma anche sulla trasmissione di capacità che passa di persona in persona nel tempo, insieme ai valori connotati dai principi alla cooperazione.
In che aspetto si può individuare il filo conduttore di questi anni?
Sapere rispondere al principio darwiniano dell’evoluzione: né il più grande né il più forte sopravvive ma chi si adatta meglio. Ci ha tenuto insieme in questi 70 anni la capacità di esserci adattati a un mercato sempre più difficile, selettivo e avaro di risorse, con sacrificio quando necessario, ma al contempo continuando a dare soprattutto una prospettiva di continuità a chi lavora dentro la Cooperativa e a chi interagisce da fuori.
Il futuro come lo vede?
Dopo i 70 anni ci saranno anche gli 80, i 90, i 100 e così via, tutti numeri che saranno significativi per quelli che verranno, e ai quali abbiamo l’obbligo di trasmettere capacità e valori, perché la cooperativa non si eredita, la cooperativa la si assume e si fa crescere e la si trasmette. Il Socio è un detentore temporaneo dell’impresa, con obbligo di trasferirla con tutta la sua conoscenza a chi verrà dopo di lui.
Quali sfide vi attendono?
Portare avanti l’aspetto imprenditoriale, in un momento complesso del nostro settore di riferimento, ma soprattutto continuare a pensare da veri cooperatori in un contesto globale nel quale sembra che il profitto fine a se stesso sia il primo obiettivo da raggiungere.
Cosa si augura per i prossimi anni?
Che la Cooperativa sia sempre fonte di lavoro, retribuito adeguatamente, anche per le generazioni future. E una crescita non solo in termini di dimensioni di patrimonio o numeri, ma di persone e ambiti di intervento. Gli anni difficili sono passati, già il bilancio 2015 si presenta completamente diverso da quelli degli anni precedenti. Ma non è ancora certo il momento di pensare che si possa abbassare l’attenzione: questo mai.
Intervista a cura di Emer Sani pubblicata su Legacoopromagna.it