La ‘nuova’ Legge Regionale 17, un anno dopo: luci e ombre di uno strumento sempre importante
Le interviste alle cooperative aderenti al CSR Adriacoop, Il Mandorlo, In Opera, New Horizon, Romagna Servizi
Alla luce dei cambiamenti occorsi nell’ultimo biennio rispetto alle convenzioni stipulate attraverso la Legge Regionale 17, come valutano questa nuova situazione le cooperative aderenti al CSR che hanno degli inserimenti in corso? Sono cinque attualmente le cooperative impegnate in tal senso: Adriacoop, Il Mandorlo, In Opera, New Horizon e Romagna Servizi. Le abbiamo sentite sul tema.
Ad aver stipulato otto convenzioni per complessivi diciotto inserimenti è Adriacoop, “ma queste cifre potrebbero essere il doppio, se avessimo strumenti adeguati che rispecchiano la realtà del fabbisogno”, sottolinea Giulio D’Angelo, Presidente della cooperativa, che mette in luce anche alcune criticità dello strumento. “Abbiamo difficoltà a fare nuove convenzioni anche perché l’assunzione a 21 ore minime – proposta ‘tipica’ di inserimento sulla base di questa normativa – sta subendo la concorrenza del reddito di cittadinanza. È capitato già in più occasioni infatti – spiega D’Angelo – che un lavoratore abbia rifiutato il lavoro propostogli perché percepiva lo stesso stipendio o addirittura di più grazie con il reddito di cittadinanza. È un paradosso”. Uno strumento comunque valutato positivamente dalla cooperativa ma “il recente passaggio di competenze dalla Provincia all’Agenzia Regionale, che ha uniformato l’applicazione della normativa, ha reso difficile o quasi impossibile fare degli inserimenti lavorativi”. Perché? “Il problema è la rigidità imposta nella selezione del soggetto da inserire. Oggi l’Agenzia Regionale impone che il disabile sia in possesso della certificazione della Legge 104 art. 3 comma 3, ma i Centri per l’impiego non hanno la mappatura di questi soggetti e spesso ci vengono inviate infinite liste di persone che, pur rientrando nelle categorie protette, non sono in possesso della suddetta certificazione. Il risultato è che dopo decine e decine di colloqui non troviamo nessun candidato con i requisiti richiesti. Questo fa sì che oggi la norma non risponda al fabbisogno”. Anche per questo D’Angelo ritiene che la norma si possa e si debba migliorare. Come? “Prima di tutto occorre la mappatura delle persone in possesso di certificazione. Poi sarebbe indispensabile derogare nei casi nei quali la mancata certificazione sia frutto di un processo che il disabile non vuole fare per ‘paura’ o per ‘non conoscenza’; o comunque in quei casi nei quali la disabilità è aggravata da disagio sociale, età, emarginazione, difficoltà culturale, situazioni famigliari, etc. Oggi la legge viene applicata in modo ‘letterale’, e questo mal si adatta alla realtà del mondo del lavoro.”
Non registra variazioni tra il 2010 e il 2018 sul numero delle convenzioni e degli inserimenti Luana Grilli, Presidente Cooperativa Il Mandorlo, che illustra pregi e criticità – migliorabili – di questa normativa. “Attualmente abbiamo tredici inserimenti lavorativi per complessive sette convenzioni. Dopo il rallentamento, dovuto al passaggio di competenze tra Province e Regione, c’è stata una ripresa, e come in precedenza cresce il numero di convenzioni con clienti già acquisiti e continuano ad avvicinarsi aziende nuove per stipulare commesse di lavoro e assolvere all’obbligo della legge 68 del 1999”. La decennale esperienza sul campo de Il Mandorlo ritiene che questo strumento sia complesso e complicato ma estremamente efficace: è “interessante anche per lo sviluppo commerciale delle cooperative sociali, piace alle imprese profit, in quanto propone una soluzione integrata agli obblighi che hanno in fatto di assunzione di personale disabile”. Ma era meglio prima, quando tutto era gestito a livello provinciale, o adesso? “Da un punto di vista burocratico ci troviamo meglio adesso: firma digitale e unico referente hanno permesso lo snellimento dei tempi. Prima ci potevamo impiegare anche mesi: trovavi un’azienda interessata, proponevi la convenzione, poi dovevi trovare la persona adatta a svolgere il lavoro, l’iter burocratico del passaggio di firme era più lungo prima dell’effettivo avvio della persona disabile. All’azienda tutto sommato non dispiaceva questa attesa, già nel momento della proposta della convenzione essa andava ad assolvere ai propri obblighi: era senza dubbio incentivata ad avviare una rapporto anche commerciale con la cooperazione sociale”. Una delle proposte che Il Mandorlo avanza per migliorare la Legge riguarda proprio il tempo: “Sarebbe importante mettere ‘un paletto’ temporale, per esempio due mesi, entro i quali, stipulata la convenzione, deve partire l’assunzione della persona disabile da parte della cooperativa sociale che può anche già avviare la commessa ; ma soprattutto occorrerebbe che anche il tempo impiegato per la ricerca del personale venisse pagato”. Un altro miglioramento possibile? “Rivedere i requisiti di disabilità”. Cioé? “Quando assumi il disabile, la convenzione parte e tu puoi fatturare ‘almeno’ il 20% dell’importo della commessa. Ma è una percentuale ‘non sempre adeguata’ all’impegno che la cooperativa deve assumersi, perché non è facile trovare la persona idonea. Se la gravità delle limitazioni delle persone in lista è molto significativa, anche la percentuale dovrebbe alzarsi”. La complessità quindi riguarda l’idoneità delle persone in lista. “Va rivista il livello di gravità o la percentuale. Oggi le liste – che sono rimaste a livello provinciale – sono difficoltose da gestire: raramente hai persone selezionabili per essere avviate al lavoro. Molti che ho assunto, infatti, per almeno i primi due anni sarebbero stati da tirocinio”. Un altro punto sul quale Luana Grilli, Presidente de Il Mandorlo, vorrebbe un cambiamento riguarda il disallineamento temporale tra la durata della commessa e del contratto di assunzione. “Con la nuova normativa, dopo un anno di contratto di lavoro, questo si trasforma a tempo indeterminato se non si può prevedere una causale specifica. Ma quando le commesse si concludono – e a volte capita – la persona assunta resta in carico alla cooperativa. Per questo bisognerebbe vincolare il contratto di assunzione della persona disabile alla durata della commessa. Dovrebbe restare una scelta della cooperativa insieme alla persona disabile quando passare a tempo indeterminato proprio come in ogni percorso di inserimento lavorativo valido. La proroga del contratto poi è sui due anni: penso che dovrebbe essere abbassata ad un anno”. Per quale motivo? “Le aziende non scelgono ma si sentono obbligate a fare contratti lunghi e la libertà tra contraenti è alla base di un rapporto fiduciario anche di natura commerciale: rischia di perdersi il grande valore di opportunità che le cooperative sociali sono per le aziende profit con questo strumento”.
Sono invece dieci gli inserimenti, per complessive otto convenzioni, quelle attivati dalla Cooperativa In Opera, come ricorda il Responsabile Commerciale Davide Zamagni. I numeri sono abbastanza stabili anche rispetto al passato: “Qualche anno fa il trend è stato in crescita, ma a causa del recente cambiamento normativo attualmente siamo un po’ fermi”. La Legge Regionale 17 rimane comunque, secondo Zamagni, uno strumento importante: “Quando era nato infatti aveva avuto un grande successo, perché consentiva di inserire, nelle aziende che ne avevano l’obbligo, persone svantaggiate senza che queste fossero ‘costrette’ ad assumerle direttamente, ma tramite una cooperativa. Oltre al valore dell’inserimento lavorativo in sé, questo incontro tra cooperativa sociale e aziende profit ha spinto le coop a professionalizzarsi, migliorando performance, strutture, qualità. L’azienda infatti chiede, alla cooperativa come a qualsiasi altro fornitore, che il lavoro venga svolto nel migliore dei modi possibili. Per questo la nostra competenza è dovuta crescere ed è stato senz’altro un passaggio molto importante”. Rispetto alla nuova convenzione quadro, era meglio prima o adesso? “Secondo me il problema non è il livello provinciale o regionale; il vero nodo è che hanno stretto talmente tanto i ‘cordoni’ sugli inserimenti che oggi non si riesce a inserire nessuno, per cui è praticamente svuotata la funzione di questa legge. Per inserire un disabile psichico, infatti, occorre un ambiente più protetto, con una ‘rete’ attorno. È più facile inserire un disabile fisico, perché in certi servizi lavorativi la sua disabilità potrebbe quasi non percepirsi”. La Legge quindi sarebbe da migliorare, “riportandola ai criteri precedenti. Se l’obiettivo di questa legge è quello di inserire gli svantaggiati, prima potevamo inserire sia disabili fisici che psichici e riuscivamo a garantire un servizio di qualità al cliente. Il cliente infatti risolve un problema e ha un servizio svolto opportunamente; altrimenti, a come stanno le cose oggi, non dobbiamo nascondere il fatto che l’inserimento di un disabile psichico sia davvero più complesso e rischia di fermare tutta la macchina della Legge Regionale 17.”
Diciannove inserimenti, quattordici convenzioni attivate grazie alla Legge Regionale 17: sono i numeri della Cooperativa Romagna Servizi, impegnata soprattutto nel settore del cleaning, che ci sono stati documentati dal Presidente, Massimo Pierotti. Convenzioni che continuano ad aumentare: “Il trend è positivo – racconta Pierotti – perché questo strumento normativo all’inizio non era molto conosciuto dalle imprese, adesso lo stanno apprezzando. Sia noi che i nostri clienti lo riteniamo un valido strumento: loro per ottemperare alle quote disabili e, nel nostro caso, per dare opportunità di lavoro a tante persone che difficilmente riuscirebbero a collocarsi lavorativamente”. Una persona con disabilità, come spiega il Presidente di Romagna Servizi, fa fatica a proporsi da solo e, da parte dell’azienda, può anche esserci un certo pregiudizio: “Se invece è la cooperativa sociale a farsene carico, allora verrà inserito nel mondo del lavoro più facilmente. Le cooperative sociali identificano la giusta figura per ogni ruolo, andando a fare una attenta e scrupolosa selezione, per trovare la persona più idonea per quella specifica mansione. Per questo possiamo dire che spesso un disabile vale tanto quanto un normodotato, perché l’efficienza sul lavoro, per quella data mansione, è la medesima”. Con il passaggio ad un’unica Agenzia Regionale, per Pierotti la situazione ora è senz’altro migliore e più omogenea. “Oggi inoltre non c’è più il tetto fisso di percentuale sulla disabilità fisica; una volta riconosciuta e certificata la disabilità con la Legge 104, il disabile appartiene a quella categoria e viene veicolato in quella convenzione. Secondo me questo cambiamento normativo ha dato più opportunità di lavoro alle persone con disabilità”. Spunti per il miglioramento ce ne sono. “In tema di disabilità – conclude Pierotti, Presidente Cooperativa Romagna Servizi – sarebbe importante se si potesse allargare la Legge Regionale 17 anche alle persone la cui disabilità sia stata riconosciuta e certificata, anche non rientranti nella L. 104, per aumentare le possibilità di ricollocamento”.
New Horizon, infine, ha attualmente sette convenzioni attive con sette inserimenti di persone disabili, impegnati in servizi di pulizie, confezionamento e amministrativi. Per il passaggio da Provincia a Regione, sottolinea Carlo Urbinati, Presidente della Cooperativa, non ci sono stati grandi cambiamenti: “L’unico previsto era che la convenzione fosse di 40 ore, anziché 21; su questo poi il mondo cooperativo si è attivato e la Regione ha accettato la variazione, riportando la convenzione al minimo di 21 ore”. Un’altra novità era che le convenzioni erano diverse da territorio a territorio. “Gli invalidi psichici, a livello della provincia di Rimini, prima dovevano avere il 46%, mentre gli invaldi fisici dovevano avere almeno il 75%. Oggi si è uniformata: per gli psichici la percentuale è rimasta invariata, mentre gli invalidi fisici devono avere la 104”. Un passaggio comunque positivo? Per Urbinati sì: “La ritengo una buona legge, perché da’ la possibilità di inserire realmente disabili nel mondo del lavoro e ha dato la possibilità alle imprese di assumere persone difficilmente collocabili”.
28 luglio 2019