Intervista al nuovo presidente di Confcooperative Luca Bracci. ‘No all’affidamento dei servizi al massimo ribasso’

[01 maggio 2016]

Luca Bracci è da pochi mesi Presidente di Confcooperative Rimini, oltre a ricoprire le cariche di vice Presidente di Federabitazione Nazionale dal 2014 e Presidente di Federabitazione Emilia Romagna dal 2013. In esclusiva per la newsletter del CSR Bracci fa il punto sullo stato di salute della cooperazione sociale.

Dott. Bracci, ci racconti la sua esperienza all’interno di Confcooperative Rimini.
La mia esperienza in Confcooperative inizia nel 1992, già all’epoca mi occupavo del settore abitazione. Come presidente di due cooperative ho lavorato sempre nel settore dell’edilizia residenziale sociale, realizzando alloggi di edilizia agevolata per la proprietà e alloggi in locazione a breve e medio periodo a canoni concordati, calmierati e sostenuti da agevolazione pubblica. Nel tempo ho realizzato anche alcuni piccoli centri destinati all’ accoglienza di bambini e giovanissimi.

Qual è, secondo lei, oggi il ruolo della cooperazione sociale?
Desidero ricordare quanto stabilito nel ’92 dalla legge di riforma della sanità: “Le organizzazioni non lucrative concorrono con le istituzioni pubbliche e quelle equiparate, alla realizzazione dei doveri costituzionali di solidarietà dando attuazione al pluralismo etico culturale dei servizi alla persona. Esse operano nell’ ambito del settore sociale e collaborano con il Comune e le ASL attraverso rapporti formalizzati”. Per questo ritengo che il ruolo delle cooperative sociali sia fondamentale per coadiuvare l’ente pubblico nello svolgimento del suo ruolo di erogatore di servizi alla persona, in particolare per i servizi primari e per i servizi di interesse generale. E credo che le cooperative sociali siano le uniche che possono meglio rispondere con i loro servizi alle esigenze delle categorie sociali più deboli comprese quelle che necessitano di servizi all’abitazione quali la locazione calmierata di medio e lungo periodo.

Rispetto ai servizi alla persona, cosa ne pensa del criterio di ‘offerta economicamente più vantaggiosa’?
Per quanto riguarda le procedure di affidamento dei servizi alla persona, ritengo che il procedimento della offerta economicamente più vantaggiosa, oltre ad essere uno dei criteri dettati dalla disciplina comunitaria e oramai nazionale, risulti essere sicuramente quello che meglio può stimolare la concorrenza, sia dal punto di vista del prezzo ma anche del fattore qualità.

È ancora possibile riservare gare al terzo settore?
Credo che sia importante avviare gare riservate alle imprese che, svolgendo un determinato servizio, realizzano programmi per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e disabili, concorrendo a dare compimento ad un vero progetto di inclusione sociale per i lavoratori svantaggiati. In questo senso, e penso in particolare ai servizi alla persona, gli enti pubblici devono promuovere azioni per favorire chiaramente la trasparenza e la semplificazione ma anche il ricorso a forme di aggiudicazione o negoziali che consentano ai soggetti operanti nel terzo settore la piena espressione della propria progettualità, avvalendosi di procedimenti che tengano in considerazione anche della qualità delle prestazioni offerte.

Come potrebbero gli enti valorizzare la cooperazione sociale?
Credo che gli enti debbano procedere ad una pre selezione dei soggetti presso cui acquistare o ai quali affidare l’erogazione dei servizi, valutando non solo la formazione e qualificazione degli operatori e del personale, ma anche l’esperienza nei determinati settori e servizi. Nell’aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa devono poi tenere conto della conoscenza da parte della struttura degli specifici problemi sociali del territorio e del radicamento in esso, del rispetto dei trattamenti economici previsti dalla specifica contrattazione e dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e disabili.

Purtroppo oggi assistiamo a gare al ‘massimo ribasso’: qual è la sua opinione in merito?
Nell’affidamento dei servizi alla persona è da escludere l’affidamento dei servizi con il metodo del massimo ribasso per evitare una scarsa qualità del servizio dettata dall’esigenza di contenere i costi. È chiaro che deve sempre essere rispettato, comunque, il principio di economicità, efficacia, proporzionalità, imparzialità, trasparenza e parità di trattamento.


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