Confcooperative Federsolidarietà: è nato il comitato di settore romagnolo
Testo di Emiliano Violante, Ufficio Comunicazione La Formica
Quando si parla di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini, in realtà si entra concretamente in quella che è definita l’identità di una Cooperativa sociale. Non si tratta solo di rispettare l’articolo 1 della legge 381/91, la norma che identifica la cooperazione sociale, ma è qualcosa di più. Un carattere distintivo, peculiare, preciso, con cui le imprese sociali romagnole hanno legato il lavoro ad un un impegno morale che le ha fatte radicare nei loro territori di appartenenza. Sono tantissimi i settori in tutta la regione dove operano con impegno le tante imprese sociali aderenti a Confcooperative, dalla gestione di servizi socio-sanitari ed educativi allo svolgimento di attività imprenditoriali finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Una diversificazione d’interventi che si riflette anche nel territorio riminese. Comunità di accoglienza, centri diurni, assistenza domiciliare, centri sociali, laboratori artigianali, servizi alla comunità ed al territorio, aziende agricole, iniziative industriali. Le modalità di intervento sono molteplici e variegate, ma l’identità e l’orientamento alla mission sono le stesse.
Questa unione di intenti coinvolge tante realtà che operano con la medesima logica e sono coadiuvate da un unico referente a livello nazionale, regionale e provinciale. Federsolidarietà è l’organizzazione di rappresentanza politico-sindacale delle cooperative sociali e delle imprese sociali aderenti a Confcooperative. Rappresenta le proprie associate sul piano istituzionale e le assiste sul piano sindacale, giuridico e legislativo, tecnico ed economico, ne cura la promozione e il potenziamento, anche attraverso un articolato e diffuso sistema consortile.
Un’organizzazione che ha un fortissimo legame con tutto il territorio nazionale sul quale vanta una presenza capillare articolata in 22 Unioni Regionali, 79 Unioni Provinciali e 8 Unioni Interprovinciali. Con le sue 5.879 cooperative associate, Federsolidarietà conta 218.211 soci, 224.500 occupati e un fatturato aggregato 6,3 miliardi. Questi numeri rappresentano circa il 17% dell’occupazione dell’intero settore non profit (fonte: sito web Confcoop).
Non è un caso che queste imprese sociali abbiano una capacità di inserimento lavorativo, per le categorie svantaggiate, ben 25 volte superiore rispetto al resto del sistema economico. Il risultato di un genuino ed efficace atteggiamento di attenzione al territorio, una sensibilità propria di chi vive davvero il sociale e riesce a fare una lettura reale delle necessità e dei bisogni espressi.
A Rimini le cose non sono diverse. Federsolidarietà Rimini, che proprio l’anno scorso ha compiuto 10 anni, conta, ad oggi, 63 cooperative sociali aderenti che possono avvalersi di una grande esperienza di rappresentanza politico-sindacale. Un importante lavoro di assistenza e consulenza come ad esempio le relazioni per l’accreditamento dei servizi socio assistenziali, la collaborazione con gli uffici di piano dei distretti, il monitoraggio dei bilanci, il coinvolgimento di Federsolidarietà regionale, la contrattazione di servizio.
Da qualche anno questo impegno ha visto, nel territorio extra provinciale, un nuovo spazio di strategie, nuove alleanze, nuovi strumenti e nuovi tavoli di confronto. Un lavoro di dialogo e coordinamento con le altre due Federsolidarietà di Forlì/Cesena e Ravenna, che è già avviato da tempo e che sta dando ottimi risultati in diversi ambiti. Un’integrazione che inizialmente era finalizzata a discutere tavoli tecnici su tematiche di interesse del territorio romagnolo, ma che poi ha creato una proficua condivisione su tanti obiettivi comuni, come il contratto territoriale, i rapporti con Legacoopromagna, i rapporti con l’Ausl unica della Romagna, le politiche del lavoro e le coop. di inserimento lavorativo, l’accreditamento dei servizi socio assistenziali. Tanti temi condivisi in un sistema di relazioni che, proprio in questi giorni, sta sfociando nella costituzione di un vero e proprio Comitato di Settore Romagnolo, compartecipato dalle tre federazioni (RN/Fo-Ce/RA).
“Ci tengo a sottolineare l’attività svolta nei gruppi – ribadisce la dott.ssa Katia Gulino – L’opportunità di costituire nel prossimo futuro una Federazione di area Romagna, è nata e scaturita proprio dalla percezione dell’utilità di un lavoro romagnolo e dell’utilità di una rappresentanza sovraterritoriale. Non sto parlando di organi di facciata vuoti, finalizzati a dare più potere a qualche poltrona o a qualche organo politico, ma di una vera rappresentanza che lavora per creare opportunità concrete di crescita. Federsolidarietà di Rimini – conclude la Responsabile del Welfare e della Cooperazione Sociale – oltre ad avere due consiglieri nella Federazione regionale, è riuscita, per la prima volta, ad avere anche un Consigliere nazionale nella figura di Pietro Borghini, che partecipa all’attività della Federsolidarietà nazionale”.